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Le priorità della Commissione Europea

[vc_row][vc_column][vc_column_text]La Commissione Europea stabilisce spesso delle priorità da perseguire per la crescita ed il miglioramento dell’Unione Europea, e può essere importante per un europrogettista conoscerle e tenerle bene a mente nel momento in cui si approccia alla stesura del suo progetto europeo.

Le priorità che la Commissione Europea ha stabilito per gli anni 2019-2024 sono 6. Vediamole insieme.

  1. Green Deal Europeo –  ha come obiettivo quello che l’Europa diventi il primo continente neutro del nostro pianeta dal punto di vista climatico per il 2050.
  2. Un’economia che funziona per le persone – si impegna a raggiungere l’obiettivo della prosperità e dell’equità sociale
  3. Un’Europa adatta all’era digitale – si punta a responsabilizzare le persone con una nuova generazione di tecnologie
  4. Promuovere lo stile di vita europeo – si mira a costruire un’Unione Europea in cui tutti quanti possano avere le stesse possibilità di accedere alle opportunità e in cui ci sia uguaglianza fra i cittadini
  5. Un’Europa più forte nel mondo – si punta a rafforzare la leadership dell’Unione Europea dal punto di vista globale
  6. Una nuova spinta per la democrazia europea – si mira a proteggere e nutrire la nostra democrazia.

Queste sono le priorità che sono state stabilite fino al 2024 dalla Commissione Europea. Successivamente potranno essere certamente modificate o incrementate. Nei prossimi articoli le prenderemo in considerazione singolarmente più da vicino.

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Partenariato internazionale con SALTO

Fondi Europei: la piattaforma SALTO per costruire un partenariato

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Se state scrivendo un progetto europeo, nella maggior parte dei casi vi troverete al momento in cui dovrete ricercare dei partner giusti che possano prendervi parte.

Già abbiamo parlato in un nostro articolo sul partenariato delle varie modalità per costruirlo. Una di queste è l’utilizzo della piattaforma SALTO-YOUTH, un portale in cui è possibile trovare molte opportunità di formazione nel settore della gioventù. In questo articolo andiamo a vedere nello specifico alcune delle sue principali caratteristiche e dei suoi vantaggi.

La piattaforma SALTO-YOUTH è stata creata dalla Commissione Europea ed ha fra le sue peculiarità quella di consentire ai vari enti interessati alla cooperazione e alla partecipazioni a progetti europei, di entrare in contatto fra di loro al fine di realizzare delle partnership valide.

La piattaforma infatti raccoglie al suo interno tutti quegli enti, con relativa descrizione, interessati ad essere contattati per la partecipazione a dei progetti, o che sono in cerca di partner.

Ogni ente, dopo essersi registrato, ha un proprio profilo. Qui possono essere inserite le descrizioni dell’ente, le sue attività, i contatti di riferimento, gli ambiti di interesse e quant’altro.

Risulta essere molto utile poiché è possibile selezionare, in base ai propri interessi, l’ambito che più ci riguarda. Possiamo selezionare infatti un topic ad esempio, o una nazione, e troveremo immediatamente la lista di tutti quegli enti che operano in quel settore o in quel luogo.

Visitando la loro scheda e magari poi il loro sito, è possibile farsi un’idea più chiara delle loro attività, e capire se può fare al caso nostro una collaborazione con quell’ente. Dopo aver scelto l’ente che più ci sembra congeniale, possiamo contattarlo grazie ai riferimenti che ha lasciato all’interno della propria scheda, così da vedere se l’ente è disposto a collaborare con noi.

SALTO è dunque uno strumento molto utile, e semplice da utilizzare. Una risorsa da sfruttare nel caso in cui non conoscessimo personalmente degli enti all’estero con cui collaborare. E’ inoltre un ottimo modo per aumentare il proprio network e conoscere nuove realtà.

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Fondi Europei: il programma LIFE

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Come sappiamo la Commissione Europea ha realizzato vari programmi di finanziamento differenti, che stanziano fondi per varie finalità ed obiettivi. Il programma di finanziamento di cui andiamo a parlare oggi è il programma LIFE.

Questo programma ha come obiettivo quello di finanziare progetti in materia di ambiente e azione per il clima. All’interno di questo programma vi sono infatti due sottoprogrammi: il sottoprogramma ambiente e il sottoprogramma Azione per il clima. Andiamo a vedere adesso di che cosa stiamo parlando.

Il sottoprogramma ambiente rappresenta il 75% della dotazione finanziaria totale del programma LIFE. I progetti che questo sottoprogramma finanzia sono principalmente quelli che si sviluppano nel settore della biodiversità, degli habitat e delle specie.

Il sottoprogramma Azione per il Clima invece rappresenta il 25% della dotazione finanziaria totale del programma LIFE. Il sottoprogramma per il clima è volto a finanziare progetti che operano nel settore delle energie rinnovabili, dell’efficienza energetica, dell’agricoltura, dell’uso del suolo.

Chi può presentare la domanda di finanziamento?

Possono presentare le domande in questo programma i seguenti enti:

  • un’organizzazione commerciale privata
  • un’organizzazione privata non commerciale (ad esempio una ONG)
  • un ente pubblico che opera sotto l’autorità di un governo nazionale (ad esempio un’amministrazione nazionale)

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Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca (FEAMP): Bando per le PMI del settore dell’Economia Blu

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Ente Erogatore

Commissione europea

Obiettivo

a) Sostenere le tecnologie innovative e/o i servizi marittimi perchè si preparino al mercato e fare avanzamenti verso l’ingresso nel mercato

b) Agevolare la crescita dei modelli di business e delle soluzioni di servizio nel settore dell’Economia Blu

c) Ridurre il rischio degli investimenti in questi progetti e facilitare così il loro accesso ad altri meccanismi di finanziamento per le fasi successive delle loro attività.

Azioni

Saranno finanziate proposte progettuali tese a:
– contribuire alla creazione di un prodotto e/o un servizio nell’Economia Blu;
– contribuire a uno o più obiettivi politici dell’UE, compresa la riduzione delle emissioni di gas a effetto serra, un’economia più circolare, la sicurezza energetica, l’adattamento ai cambiamenti climatici, l’inclusione delle comunità costiere, la creazione di posti di lavoro di elevato valore nell’Economia Blu, una migliore protezione, un uso sostenibile del capitale naturale o culturale;
– spostare le attività esistenti verso questi obiettivi.

I progetti dovrebbero avere il livello di maturità tecnologica 6-8. Il livello di maturità tecnologica (Technology Readiness Level – TRL) è una scala applicata da molti stakeholder del settore pubblico e dell’industria per valutare la maturità delle tecnologie/applicazioni in evoluzione in termini di fattibilità e potenziale commerciale. TRL 6 indica una tecnologia dimostrata in un ambiente pertinente; ambiente rilevante a livello industriale nel caso di tecnologie abilitanti fondamentali; TRL 8 indica una sistema completo e qualificato.

 

Settori di intervento (elenco non esaustivo):
– bioeconomia blu: coltivazione, allevamento o cattura di organismi viventi, di acqua dolce o salata, e attività basate sull’uso o sulla lavorazione di questi organismi;
– trasformazione digitale delle attività oceaniche e costiere;
– energia rinnovabile, compresa l’energia da vento, sole (galleggiante), dalle maree, delle onde e gradienti termici;
– tecnologie abilitanti quali sensori, materiali o rivestimenti resistenti alla corrosione o alle incrostazioni, digitalizzazione, apparecchiature di trasmissione dell’elettricità, piattaforme multiuso;
– produzione di nuovi prodotti da risorse viventi o non viventi che altrimenti verrebbero scartate e buttate;
– spedizioni più pulite;
– monitoraggio, bonifica o gestione dell’inquinamento;
– nuove facilities a supporto della diversificazione o dell’efficienza energetica dei porti;
– turismo che contribuisce alla protezione o alla conservazione del capitale naturale.

 

Il concetto di Economia Blu copre le attività economiche che si svolgono nell’ambiente marino o che utilizzano come fattori le risorse marittime, così come le attività economiche esterne ai settori citati ma che sono coinvolte nella produzione di beni o nella fornitura di servizi che contribuiranno a tali attività. Possono anche essere attività a terra, come produzione e trasformazione di microalghe, l’acquacoltura terrestre o simili.

Beneficiari

PMI a scopo di lucro stabilite in uno Stato UE (compresi i Paesi e territori d’Oltremare) ossia micro, piccole e medie imprese.

Entità Contributo

Il contributo potrà coprire fino al 70% dei costi ammissibili; le sovvenzioni saranno comprese indicativamente fra 700.000 e 2.500.000 euro.

Modalità e procedura

In generale una proposta progettuale può essere presentata da un consorzio (partnership) o da un singolo proponente.

La durata dei progetti sarà di massimo 36 mesi.

La documentazione per la preparazione delle proposte progettuali è disponibile sulla pagina web del bando indicata negli indirizzi utili.

Le proposte progettuali devono essere presentate in formato elettronico attraverso l’ Electronic Sumission Service (ESS) seguendo le indicazioni presenti sulle pagine web di riferimento.

La procedura di valutazione dei progetti avverrà in due fasi: nella prima fase si procederà ad una valutazione dei requisiti formali di ammissibilità, e a seguire tutti i progetti ammissibili saranno valutati rispetto alla capacità operativa e ai criteri di aggiudicazione: questa valutazione darà luogo ad una classifica dei progetti in ordine decrescente di punteggio. Fra i progetti inseriti in tale classifica passano alla fase 2 le proposte classificate coi punteggi più alti fino al punto in cui le sovvenzioni richieste generano un importo cumulato pari all’incirca al doppio del budget disponibile per il bando (il numero di progetti che passerà alla fase 2 sarà quindi dinamico, in funzione del volume di proposte ricevute che superano tutte le soglie di qualità e delle sovvenzioni richieste da quelle con i migliori punteggi).

I proponenti delle proposte passate alla fase 2 saranno quindi invitati a Bruxelles nella settimana 11-15 maggio 2020 per un colloquio in cui dovranno illustrare ed eventualmente chiarire il loro progetto e su questo otterranno un punteggio che, sommato al punteggio ottenuto nella fase 1, determinerà il punteggio finale e quindi la classifica dei progetti da finanziare fino a esaurimento del budget.

Il 25 novembre a Bruxelles si è svolta a Bruxelles una giornata informativa dedicata a questo bando: la registrazione è disponibile qui

Scadenza

27/02/2020

Referente

Commissione europea – Agenzia Esecutiva per le PMI (EASME)

Risorse finanziarie disponibili

22.505.000 euro

Il budget complessivo potrebbe essere aumentato di un ulteriore 20%.

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L’analisi dei rischi dei progetti europei

[vc_row][vc_column][vc_column_text]In questo articolo vorrei affrontare uno degli aspetti che reputo molto importante durante la preparazione di un progetto.

Spesso viene sottovalutato, ma nella mia esperienza posso dire che, invece, si è rilevato molto utile sia per orientare meglio la redazione dell’idea progettuale ma anche per essere valutato positivamente in quanto ho prestato attenzione a questo elemento.

L’analisi dei rischi di progetto, o risk management, è il processo di identificazione, analisi e risposta a qualsiasi rischio che si presenti durante il ciclo di vita di un progetto.

Analizzare i rischi che possono celarsi dietro l’esecuzione di un progetto, prevederne i possibili ostacoli e avere con anticipo una visione delle soluzioni a tali eventi è sicuramente vitale per qualsiasi progetto. Serve dotare quest’ultimo degli elementi da utilizzare in caso di “condizioni critiche”, per poter nonostante esse raggiungere gli obiettivi prefissati.

Ma la gestione dei rischi non può e non deve essere solamente un’azione in risposta a qualcosa. Dovrebbe essere essa stessa parte del processo di pianificazione del progetto, nella sua fase valutativa.

Già durante la pianificazione del progetto, infatti, si dovrebbero valutare i potenziali rischi per lo stesso e, ovviamente, valutare le possibili soluzioni per gestirli.

Ma cosa si intende per rischio?

Un rischio è un qualsiasi evento che possa potenzialmente influire sulla tempistica, le prestazioni o il budget del progetto. I rischi sono considerati come potenzialità e, in un contesto di gestione del progetto, se diventano realtà, vengono classificati come “problemi”, che devono essere di conseguenza affrontati e risolti.

Quindi, la gestione del rischio è il processo di identificazione, categorizzazione, definizione delle priorità e pianificazione dei rischi prima che diventino problemi.

La gestione del rischio può essere gestita in maniera diversa a seconda del progetto e della sua portata.

Se si tratta di un progetto su vasta scala, per esempio, le strategie di gestione del rischio potrebbero includere una pianificazione dettagliata per ciascun rischio.

Questo al fine di garantire che siano messe in atto strategie di mitigazione in caso di problemi.

Per i progetti più piccoli, la gestione del rischio potrebbe significare un elenco semplice e prioritario di rischi di alta, media e bassa priorità.

Come identificare il rischio

Per cominciare, è fondamentale una definizione chiara e precisa di ciò che il progetto dovrà produrre, gli obiettivi ed i risultati finali. In questo modo i rischi possono essere identificati in ogni fase del progetto, anche con l’aiuto del team.

Alcuni project manager sviluppano liste di controllo del rischio basate sull’esperienza di progetti passati.

Un’esperienza pregressa del team, un’esperienza di progetto all’interno di un’organizzazione e la valutazione di esperti del settore possono essere risorse preziose per identificare potenziali rischi su un progetto.

Identificare le fonti di rischio per categoria è un possibile metodo per esplorare il potenziale rischio di un progetto.

Alcuni esempi di categorie per i potenziali rischi includono quanto segue:

  • Tecnologia;
  • Costi;
  • Tempistiche;
  • Clienti;
  • Contratti;
  • Situazione finanziaria;
  • Situazione politica;
  • Situazione ambientale;

Ogni rischio definito, dovrà poi essere inserito nel modello di monitoraggio del rischio e contrassegnato dalla relativa priorità.

Conseguentemente si dovrà creare un piano di rischio che riporti gli impatti sul progetto, sia negativi sia positivi, e le azioni da utilizzare ed attuare per gestire la problematica.

Nel contesto del risk management, è importante anche mantenere una comunicazione regolare con il team durante tutto il progetto. La trasparenza è fondamentale in modo che tutti sappiano quali sono gli elementi da tenere in considerazione per riconoscere e reagire ad un problema.

Valutazione del rischio

Dopo aver identificato i potenziali rischi, il project manager, con l’aiuto del team, valuta il rischio in base alla probabilità che si verifichi e alla perdita potenziale associata all’evento.

Non tutti i rischi sono uguali. Alcuni eventi di rischio hanno più probabilità di accadere rispetto ad altri, e anche il costo di un rischio può variare notevolmente.

Valutare quindi la probabilità che il rischio si presenti e le ripercussioni in concreto sul progetto, sono il passo successivo nell’analisi del rischio.

Avere dei criteri per determinare i rischi ad alto impatto può aiutare a restringere l’attenzione su alcuni rischi specifici e più critici per il progetto.

Ad esempio, supponiamo che venga stabilito che i rischi ad alto impatto siano quelli che potrebbero aumentare i costi del progetto del 5%. Solo alcuni potenziali eventi di rischio soddisfaranno questo criterio.

Questi sono quindi i potenziali eventi di rischio su cui il team di progetto dovrebbe concentrarsi nel creare un piano di mitigazione.

La probabilità e l’impatto del rischio sono entrambi classificati come alto, medio o basso.

Un piano di mitigazione del rischio riguarda normalmente gli eventi che hanno risultati elevati su entrambi i fattori.

Esiste una correlazione positiva tra il rischio del progetto e la complessità del progetto.

Nel caso di progetti altamente complessi, un esperto esterno può essere incluso nel processo di valutazione del rischio e il piano di valutazione del rischio può assumere un ruolo più prominente nel piano di esecuzione del progetto.

Piano di mitigazione del rischio

Dopo che il rischio è stato identificato e valutato, il project manager sviluppa un piano di mitigazione del rischio, un piano cioè per ridurre l’impatto di un evento imprevisto.

Si può attenuare il rischio nei seguenti modi:

  • Evitare del rischio: di solito comporta lo sviluppo di una strategia alternativa con una maggiore probabilità di successo, ma solitamente legata ad un costo più elevato;
  • Condivisione del rischio: comporta la collaborazione con gli altri stakeholders per condividere la responsabilità per le attività a rischio;
  • Riduzione del rischio: si tratta di un investimento per ridurre il rischio su un progetto. Ad esempio, affidarsi a consulenti che si occupino di svolgere le attività ad alto rischio;
  • Trasferimento del rischio: è un metodo di riduzione del rischio che sposta il rischio dal progetto ad un’altra parte. L’acquisto di un’assicurazione su determinati articoli è, ad esempio, un metodo di trasferimento del rischio. Il rischio viene infatti trasferito dal progetto alla compagnia assicurativa. In alcuni progetti, sopratutto quelli nazionali e regionali, viene richiesto all’ente applicante di sottoscrivere apposita fideiussione (bancaria o assicurativa) subito dopo la notifica di approvazione e prima dell’inizio della fase di implementazione del progetto.

Ciascuna di queste tecniche di mitigazione può essere uno strumento efficace per ridurre i rischi individuali ed il profilo di rischio generale del progetto.

Per quanto riguarda il project manager in particolare, occorre sottolineare che non tutti conducono una valutazione formale del rischio sul progetto. La mancanza di strumenti formali di gestione del rischio è stata vista anche come un ostacolo all’attuazione di un piano di gestione dei rischi. Inoltre, la personalità e lo stile di gestione del project manager rendono differente l’approccio nei confronti dei rischi. Alcuni project manager sono più proattivi e svilupperanno programmi di gestione del rischio elaborati per i loro progetti. Altri project manager sono reattivi e sono più fiduciosi nella loro capacità di gestire eventi imprevisti quando si verificano. Altri invece sono avversi al rischio e preferiscono essere ottimisti e non considerare rischi o evitare di correre rischi quando possibile.

Qualunque sia il caso, la capacità di analizzare con precisione i rischi di un progetto deve rientrare nelle competenze e nelle task di un project manager. In qualsiasi progetto, una corretta valutazione dei rischi diventa fondamentale per un piano di successo.

Anche l’analisi dei rischi viene spesso richiesta, già nel formulario, in sede di redazione del progetto e serve proprio a “valutare” se l’ente proponente (e il suo team) sono consapevoli della complessità di gestione di un ciclo progettuale e sono a conoscenza delle possibili fonti di criticità e pericolo che potrebbero influenzare negativamente l’andamento del progetto.[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][dfd_spacer screen_wide_resolution=”1280″ screen_wide_spacer_size=”30″ screen_normal_resolution=”1024″ screen_tablet_resolution=”800″ screen_mobile_resolution=”480″ screen_mobile_spacer_size=”30″][dfd_button button_text=”Scopri i nostri corsi di formazione” buttom_link_src=”url:http%3A%2F%2Fwww.mattiaditommaso.it%2Fcorsi|||” module_animation=”transition.slideLeftIn” background=”#1e242a” hover_background=”#235eff” border=”border-style:solid;|border-width:2px;border-radius:0px;|border-color:#ffffff;” hover_border=”border-style:solid;|border-width:2px;border-radius:0px;|border-color:#ffffff;” style=”style_4″ box_shadow=”box_shadow_enable:disable|shadow_horizontal:0|shadow_vertical:15|shadow_blur:50|shadow_spread:0|box_shadow_color:rgba(0%2C0%2C0%2C0.35)” hover_box_shadow=”box_shadow_enable:disable|shadow_horizontal:0|shadow_vertical:15|shadow_blur:50|shadow_spread:0|box_shadow_color:rgba(0%2C0%2C0%2C0.35)” title_font_options=”line_height:49″ hover_style_heading=””][/vc_column][/vc_row]

Europrogettazione: i consigli di Mattia Di Tommaso

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Uno dei consigli che diamo sempre durante i nostri corsi e che teniamo a mente quando ci approcciamo alla scrittura di un progetto europeo, è quello di non avere progetti troppo ambiziosi. Che cosa significa questo?

Significa che è certamente nobile poter auspicare e progettare la pace nel mondo, o l’eliminazione definitiva del bullismo in tutte le scuole, o ricercare l’integrazione di tutti coloro che vivono in luoghi che non sono il loro luogo di origine..ma siamo davvero sicuri di essere in grado di raggiungere quell’obiettivo? Siamo sicuri di avere le risorse per poterlo fare? Siamo sicuri che siano degli obiettivi realmente raggiungibili tramite un singolo progetto europeo?

Tutte questo sono le domande che dobbiamo porci nel momento in cui andiamo ad individuare gli obiettivi del nostro progetto europeo – cosa che, come oramai sapremo bene, deve seguire una ben dettagliata e precisa analisi del problemi.

Certamente gli esempi che abbiamo fatto in precedenza sono di nobile spessore, e non è detto che dobbiamo abbandonarli del tutto, ma quantomeno, se desideriamo raggiungere l’obiettivo in questione, si può pensare di ridimensionarlo. Ad esempio, invece di scrivere che desideriamo eliminare definitivamente il fenomeno del bullismo nel mondo- cosa molto complessa – possiamo dire che desideriamo diminuirlo in un dato territorio. Chiaramente è diverso pensare di limitare un fenomeno in un luogo limitato, invece che pensare di eliminarlo del tutto in un territorio troppo vasto.

Anche pensare a tutto ciò, è uno dei vari compiti dell’esperto in europrogettazione.

 

 

 

 

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EUROPROGETTAZIONE: Breve guida sull’obiettivo di un progetto europeo

[vc_row][vc_column][vc_column_text]Abbiamo creato una breve guida che spieghi che cos’è l’obiettivo di un progetto europeo, come è possibile individuarlo all’interno del nostro contesto di azione e quali sono le sue principali caratteristiche.

 

[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][dfd_button button_text=”SCARICA LA GUIDA ” buttom_link_src=”url:http%3A%2F%2Fwww.mattiaditommaso.it%2Fwp-content%2Fuploads%2F2019%2F12%2FGUIDA-OBIETTIVO-DI-UN-PROGETTO-EUROPEO.pdf|||” style=”style_1″ box_shadow=”box_shadow_enable:disable|shadow_horizontal:0|shadow_vertical:15|shadow_blur:50|shadow_spread:0|box_shadow_color:rgba(0%2C0%2C0%2C0.35)” hover_box_shadow=”box_shadow_enable:disable|shadow_horizontal:0|shadow_vertical:15|shadow_blur:50|shadow_spread:0|box_shadow_color:rgba(0%2C0%2C0%2C0.35)”][/vc_column][/vc_row]

FONDI EUROPEI: IL PROGRAMMA JUSTICE

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Come sappiamo la Commissione Europea ha vari programmi di finanziamento, differenti per caratteristiche e settore d’azione. Il programma di finanziamento europeo di cui parliamo in questo articolo è il programma Justice. Questo programma ha come obiettivo quello di sviluppare i sistemi giuridici al fine di garantire un’efficiente collaborazione nel settore penale e civile e di migliorare il ricorso agli strumenti giuridici negli stati membri.

I settori di azione del programma Justice sono dunque i seguenti: pubbliche amministrazioni, educazione, formazione continua, giustizia e sicurezza.

Il budget totale che è stato stanziato per questo programma è pari a 378 miliardi di euro.

Chi sono gli enti che possono richiedere i fondi europei provenienti da questo programma?

Le amministrazioni statali, le autorità regionali e locali, le imprese, le PMI, le università, i centri di ricerca, i centri di formazione, le scuole superiori, le associazioni, le camere di commmercio, le ONG, le organizzazioni internazionali.

Quali sono le priorità del programma Justice?

  • Cooperazione giudiziaria in materia civile e penale
  • Formazione giudiziaria
  • Accesso effettivo alla giustizia in Europa, compresi i diritti delle vittime di reato e i diritti procedurali nei procedimenti penali
  • Iniziative di politiche antidroga (cooperazione giudiziaria e aspetti di prevenzione alla criminalità)

 

[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][dfd_button button_text=”SCOPRI I NOSTRI PERCORSI FORMATIVI” buttom_link_src=”url:http%3A%2F%2Fwww.mattiaditommaso.it%2Fcorsi-online%2F|||” style=”style_1″ box_shadow=”box_shadow_enable:disable|shadow_horizontal:0|shadow_vertical:15|shadow_blur:50|shadow_spread:0|box_shadow_color:rgba(0%2C0%2C0%2C0.35)” hover_box_shadow=”box_shadow_enable:disable|shadow_horizontal:0|shadow_vertical:15|shadow_blur:50|shadow_spread:0|box_shadow_color:rgba(0%2C0%2C0%2C0.35)”][/vc_column][/vc_row]

Europrogettazione: che cos’è l’obiettivo di un progetto europeo?

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Un’altra delle fasi fondamentali del lavoro di europrogettazione è quella che segue la fase dell’analisi dei problemi. Stiamo parlando della ricerca degli obiettivi del progetto. Ovviamente, se è stata fatta una buona analisi dei problemi, sarà semplice individuare gli obiettivi.

Ad esempio se abbiamo riscontrato che il problema del nostro territorio è la presenza della discriminazione nei confronti di una data fascia di persone, l’obiettivo del nostro progetto dovrebbe essere quello di diminuire questa discriminazione in quel settore. Per concretizzare possiamo dunque dire che l’obiettivo generale del nostro progetto europeo può essere la conversione in positivo del problema riscontrato. 

 

Europrogettazione: l'obiettivo di un progetto europeo

 

Perché abbiamo parlato di obiettivo generale? Perché durante la fase di europrogettazione si possono individuare due tipologie di obiettivi: quelli generali e quelli specifici. Non sarà dunque difficile comprendere che gli obiettivi specifici dovranno essere funzionali per il raggiungimento di quello generale.

Ovvero: come raggiungo l’obiettivo generale? Con il raggiungimento degli obiettivi specifici. Come raggiungo gli obiettivi specifici del mio progetto europeo?

Questa fase richiede molta attenzione nel momento della scrittura sul formulario. Ciò perché chiaramente spiegare come e con quali mezzi si ha intenzione di raggiungere un determinato obiettivo, può far comprendere ai valutatori in questione quanto e come noi siamo competenti nel settore da noi scelto, quanto possiamo davvero raggiungere un obiettivo.

Dobbiamo fare molta attenzione a scegliere gli obiettivi del nostro progetto europeo, evitando di lasciarci trasportare troppo dall’ambizione di portare la pace nel mondo. L’obiettivo deve essere realizzabile e dimostrabile, quindi è importante essere molto concreti nella scelta degli obiettivi e trovare un modo per raggiungerli che possa essere, se possibile, anche replicabile. L’europrogettazione si basa sulle piccole cose.

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Guida per la scrittura di progetti europei

FONDI EUROPEI – Una risorsa inestimabile

Da anni oramai si sente parlare di Fondi Europei, ma davvero sappiamo tutti di che cosa stiamo parlando? Sappiamo come accedervi e per quale attività richiederli? In questo articolo ci occuperemo proprio di tutto ciò.

Fondi Europei – Come funzionano?

Da anni la Commissione Europea mette a disposizione dei cittadini, dei fondi europei che possono essere richiesti per svariate attività in differenti settori. I fondi europei stanziati sono milioni di euro, e vengono suddivisi in vari programmi. I programmi che la Commissione Europea stanzia sono attualmente 18 e riguardano ognuno degli ambiti di azione differenti. Questi fondi vengono erogati ogni sette anni, ed attualmente ci troviamo all’interno del settennato 2014-2020. Il programma più conosciuto ai più è certamente l’Erasmus Plus, che consente a giovani di tutta l’Europa di viaggiare e formarsi, scambiando abitudini, conoscenze, culture, lingue e tradizioni. Oltre che la formazione di un bagaglio di esperienze umane non indifferenze.

I fondi europei però non riguardano solamente l’Erasmus, ma ad esempio anche settori come la ricerca scientifica, lo sviluppo culturale, o l’inclusione sociale. Tutti i progetti per i quali si desidera richiedere un finanziamento alla Commissione Europea, devono chiaramente avere un respiro europeo, e dunque incrementare lo scambio fra paesi, la condivisione di buone pratiche e l’innovazione, la tecnologica e non solo.

I fondi europei vengono destinati principalmente ad enti senza scopo di lucro, università, associazioni. Ognuno dei 18 programmi erogati dalla Commissione Europea ha un sito internet di riferimento all’interno del quale è possibile trovare tutte le informazioni in merito a chi può partecipare, a quali sono le condizioni per farlo, a quali sono i criteri di ammissione e quant’altro. I fondi europei si dividono dunque in tante piccole aree ed ognuna ha delle proprie regole, che è possibile trovare all’interno del sito della Commissione. Non bisogna mai dare per scontato nulla, anche se si è esperti di bandi, poiché ognuno ha delle caratteristiche proprie, ed anche una minima svista può compromettere seriamente l’idoneità del progetto.

I bandi emanati dalla Commissione Europea sono molteplici ed ognuno ha un proprio regolamento specifico all’interno del quale si possono trovare tutte le informazioni. Prima di procedere con la scrittura del progetto dunque, è sempre consigliabile leggere bene attentamente tutto il bando, per comprendere se si è idonei alla partecipazione. Dopo essersi assicurati di ciò si può procedere con la stesura di un progetto europeo.

Fondi Europei – Fondi diretti e fondi diretti?

La prima distinzione che è necessario fare quando si parla di fondi europei è quella che c’è tra i fondi europei diretti e i fondi europei indiretti. I fondi europei diretti sono quelli che la Commissione Europea stessa eroga in maniera diretta agli enti che richiedono il finanziamento. Non ci sono dei passaggi intermedi fra nazioni o regioni, ma il denaro del finanziamento arriva direttamente sul conto dell’ente in questione.

I fondi europei indiretti invece sono quelli che passano per terzi enti, come ad esempio sono i fondi europei regionali. Le regioni ricevono infatti dei fondi economici dalla Commissione Europea che stanziano e che poi possono erogare agli enti che li vincono in un secondo momento, a seconda di successivi bandi di gara.

Spesso è più semplice poter accedere ai fondi europei diretti in quanto appunto non è necessario passare per terzi enti, ma si può autonomamente fare un richiesta proponendo un proprio progetto direttamente alla Commissione Europea, che poi dovrà valutarne la validità e la realizzabilità.

Un altro grande vantaggio che riguarda i fondi europei è il fatto che l’Unione Europea invia sul conto dell’ente vincitore in questione subito prima del progetto l’80% dei fondi destinati per la sua realizzazione. Alla fine del progetto viene invece assegnato all’ente il restante 20% dei fondi. Questo è molto importante nell’economia dello sviluppo di un progetto, poiché spesso in altri contesti può accadere che le risorse economiche destinate, arrivino solamente quando il progetto è terminato, come un sorta di rimborso per tutte le spese sostenute. Una situazione di questo tipo può essere sostenuta solo da enti che hanno delle casse molto forti e che quindi possono permettersi di anticipare tutto il finanziamento – cosa molto rara per le realtà associative di oggi – per tutti gli altri probabilmente c’è la rinuncia al progetto ed ai fondi vinti.

Fondi Europei – Come si scrive un progetto europeo?

Scrivere un progetto per ottenere i fondi europei dalla Commissione può sembrare molto complesso, ma se si conosce il proprio ambito di azione, se ne si conoscono le regole e se si procede con le dovute attenzioni, tutti quanti possono riuscire a scrivere un progetto europeo che sia finanziabile e che quindi possa ottenere i fondi europei stanziati.

La prima cosa che è importante fare per ottenere dei fondi europei con la scrittura di un progetto vincente – oltre ad aver letto bene attentamente il bando in questione e dunque essersi assicurati di avere tutte le carte in regola per poter partecipare – è quella di fare un’analisi dei bisogni ben strutturata, valida e dimostrabile.

I fondi europei vengono infatti spesso erogati per la risoluzione di un problema o il miglioramento di una data situazione. Prima ancora di andare a stendere il nostro progetto, è dunque opportuno partire dal problema che abbiamo individuato, che ha fatto nascere in noi il desiderio di usufruire di questa grande opportunità che sono i fondi europei.

Il problema solitamente può riguardare una data realtà cittadina, una condizione di degrado di alcune zone specifiche, una difficoltà nel riuscire ad organizzare determinate attività per mancanza di fondi e di competenze per un’associazione e quant’altro. Dopo aver compreso ed analizzato a fondo il problema che si desidera andare a risolvere o quantomeno andare a restringere, sarà necessario cominciare a valutare se anche nel territorio europeo ci sono delle comunità che hanno lo stesso problema e la stessa necessità. I fondi europei spesso infatti non vengono erogati solamente per una comunità locale o un cittadina, ma è importante creare una rete europea, più amplia, per andare incontro alle esigenze di quante più persone possibili, che condividendo conoscenze ed esperienze, buone pratiche e tradizioni, possono aiutarsi vicendevolmente e crescere insieme, in maniera parallela.

I fondi europei infatti vengono erogati anche per dare modo a tutti i cittadini di sentirsi parte di qualcosa di più grande, che è l’Unione Europea. Dopo aver fatto tutto ciò si può pensare di procedere con la risoluzione del problema, andando ad individuare gli obiettivi del progetto.

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Fondi europei – Che cos’è l’obiettivo di un progetto europeo?

I progetti europei, dopo essere stati approvati dalla Commissione Europea, possono dirsi ben riusciti nel momento in cui tutti gli obiettivi sono stati raggiunti come era stato preventivato durante la stesura del progetto. Un progetto europeo deve avere come obiettivo quello di andare a migliorare un data situazione, in qualunque ambito ci si trova.

Per ricevere fondi europei tramite la scrittura di un progetto vincente e valido, è dunque importante essere molto chiari su quelli che sono gli obiettivi, ed andare a spigare in maniera quanto più precisa e puntuale le modalità con le quali si desidera raggiungerli. Una volta vinto il progetto ed ottenuti i fondi europei, sarà possibile mettere in pratica il nostro progetto, in linguaggio di progettazione si parla di implementazione del progetto.

Fondi Europei – Che cos’è l’implementazione di un progetto?

Dopo aver ottenuto i fondi europei, si potrà passare alla fase pratica del progetto e dunque alla realizzazione di tutte le attività che sono previste dal progetto. Le attività fanno parte di quella fase del progetto che viene indicata come implementazione. L’implementazione è quel momento in cui si mette in pratica l’attività di progetto.

Se ad esempio l’attività che era stata prevista dal progetto è un meeting, o uno scambio giovanile, o un’attività di ricerca scientifica o quant’altro, tutto ciò viene messo in atto durante la fase dell’implementazione, che dovrà essere ben documentata.

Fondi Europei – Quanto dura un progetto europeo?

È importante non confondere la durata del progetto con le attività di progetto a cui abbiamo fatto riferimento nel paragrafo precedente. Il progetto può avere una durata variabile, ed ogni progetto, in base al proprio bando, ha dei limiti di tempo precisi. Spesso l’oscillazione temporale che può avere un progetto e fra cui si può scegliere è quella che va dai 12 ai 36 mesi.

Questi mesi comprendono tutte le fasi del progetto e non solamente le attività pratiche che i vari partecipanti andranno a svolgere. I fondi europei servono a finanziare tutto il periodo e non solamente le attività di progetto. Dunque anche tutta la fase organizzativa, che non è meno impegnativa di quella dell’implementazione delle attività, e che è parte integrante del progetto.

Anche dopo lo svolgimento delle attività vi è una fase molto importante che è quella della disseminazione dei risultati e rendicontazione del progetto. Dal momento che la Commissione eroga dei fondi, dovrà anche sapere come essi sono stati spesi e soprattutto, cosa fondamentale, se gli obiettivi del progetto sono stati raggiunti e in quale misura e soprattutto in quali modi possono essere verificabili.

Fondi Europei – La disseminazione dei risultati di un progetto

Nella parte finale di un progetto europeo c’è sempre una fase molto importante che è quella che prende il nome di “disseminazione dei risultati”. La disseminazione dei risultati alcune volte può essere confusa con la comunicazione. Ciò è sbagliato in quanto, seppure la disseminazione dei risultati di un progetto può essere svolta con gli stessi mezzi comunicativi con cui è stata diffusa la comunicazione durante tutto il progetto, in questo caso è necessario condividere dei veri risultati.

Se infatti realizziamo un progetto con i fondi europei è bene che i risultati ottenuti e gli obiettivi che sono stati raggiunti durante i mesi di progetto siano condivisi e resi noti a quante più persone possibili. Ciò è proprio quanto la Commissione Europea di auspica, poiché è proprio ciò che fa in modo che chiunque, pur non avendo preso parte al progetto e pur non venendone a conoscenza nell’immediatezza della sua implementazione, può godere delle novità e della conoscenza dei progressi e delle migliorie che sono state messe in atto grazie all’utilizzo dei fondi europei.

Fondi Europei – Perché si ha bisogno di un partenariato?

Fino ad ora non abbiamo preso in considerazione in fatto che molto spesso i progetti che vengono realizzati con i fondi europei, prevedono che ci sia una collaborazione fra più enti europei. È in questo modo che è necessario creare un partenariato che sia valido. Ovviamente infatti i fondi europei sono messi a disposizione della comunità tutta affinché ci possa essere una crescita non solo da parte di una nazione, ma che, grazie ad una collaborazione, ad uno scambio di buone pratiche e ad un lavoro comune, si possa giungere ad una crescita che vada ad unire e ad omogeneizzare quanto più possibile più realtà nazionali.

Per costruire i partenariati ci sono vari modi, ed uno di questi è utilizzare una piattaforma specifica che la Commissione Europea mette a disposizione degli enti che hanno necessità di un partner, che prende il nome di SALTO. Otre a questo però, se si ha una rete europea di collaborazione già avviata, si può procedere con quella per cercare di farla crescere sempre di più e consolidarla nel tempo, grazie a dei progetti che possano essere sempre più mirati.

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Fondi Europei – Un pensiero conclusivo

In conclusione possiamo dire che per quanto possa sembrare – e a volte non è solamente un’impressione – difficile poter accedere ai fondi europei e poter dare vita ad un progetto che sia finanziabile dalla Commissione Europea, non è un’impresa impossibile.

Come tutte le cose, richiede tempo ed attenzione, lo studio e la ricerca approfondita dei vari bandi e delle opportunità. Richiede attenzione e chiarezza, linearità e collaborazione. Tutte cose che non è sempre semplice coniugare fra loro, ma con la giusta dedizione – ed anche con un team di lavoro valido quando possibile – si possono raggiungere degli obiettivi che prima non si credevano neanche lontanamente realizzabili e far crescere le proprie piccole realtà facendole arrivare a livelli internazionali.

Ogni idea può diventare un progetto, ogni progetto può realizzare un desiderio.