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Fondi Europei – Cos’è l’analisi dei problemi?

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Una delle fasi che noi riteniamo fondamentali al fine di avere un progetto europeo che possa dirsi ben scritto e finanziabile dalla Commissione Europea, è quella che prevede di fare l’analisi dei problemi.

Il tutti questi anni di progettazione e formazione nel settore abbiamo notato infatti che esiste una tendenza molto diffusa che porta il progetto a non soddisfare dei reali bisogni, ovvero quella di dare per scontato che ci sia un problema quando in realtà questo problema non c’è.

Ci spieghiamo meglio.

Se desideriamo scrivere un progetto che abbia come obiettivo quello di aumentare il livello di inclusione sociale fra i giovani in un determinato territorio in cui vivono etnie diverse, devo essere sicuro che quell’inclusione sociale manchi davvero, devo essere nel territorio, devo vivere, farmi raccontare, essere certo che esistano situazioni di difficoltà. Dare per scontato che esista un problema, che esista, in questo caso, una difficoltà di inclusione sociale solo perché dall’esterno si vede un territorio in cui vivono più etnie diverse, è uno degli errori più grandi che possono esserci per la scrittura di un progetto europeo – o di un progetto in generale.

Perché?

Ciò avviene perché, come diciamo sempre, uno degli altri passaggi fondamentali per la scrittura di un progetto europeo – e consequenziale all’analisi dei problemi – è l’individuazione di un obiettivo. Se dunque abbiamo fatto un’analisi dei problemi sbagliata, come potrà il nostro obiettivo – che deriva da quell’analisi – essere raggiungibile e dimostrabile? Non potrà.

Stabilire gli obiettivi del progetto europeo

Da dove si può partire per fare una buona analisi dei problemi per un progetto europeo?

Noi consigliamo sempre di partire dal basso, dalle persone che sentono davvero un determinato problema. Tornando all’esempio precedente, è chiaro che non è possibile andare a parlare con tutti i ragazzi che vivono sul territorio, però si possono individuare delle figure di riferimento, delle persone chiave, cosiddetti steakholders – ovvero portatori di interesse – che sappiano darci un’indicazione chiara rispetto a quella che è la situazione sul territorio. Per fare alcuni esempi, possiamo rivolgerci a un preside di una scuola, un rappresentante di istituto, un parroco – in quanto spesso figura di riferimento per una comunità – un animatore giovanile attivo sul territorio, e tutte quelle persone che svolgono un ruolo che li porta ad essere al centro della vita sociale, che siano nella condizione di poter esprimere un parere, un punto di vista, che provenga dalla base ed abbia una visione più ampia e realistica.

Per fare l’analisi dei problemi e trovare dunque gli obiettivi del nostro progetto europeo, dovremmo confrontare questi personaggi di rilievo, mettere a confronto le loro idee, per comprendere quali siano le necessità di una comunità. Solo dopo aver fatto ciò sarà possibile per noi poter individuare gli obiettivi del progetto per poter richiedere il finanziamento alla Commissione Europea.

Svolgere in maniera errata l’analisi dei problemi può compromettere tutta la stesura del progetto.

Tutto questo lavoro di indagine presso steakholders sarà necessario nel momento in cui noi non conosciamo bene il territorio nel quale vogliamo che il progetto europeo prenda avvio. Se chiaramente siamo delle persone molto attive all’interno della nostra comunità, siamo noi stessi delle persone di riferimento per gli abitanti del territorio – in quanto magari presidenti di associazioni  – e conosciamo bene la situazioni e le reali problematiche che si vivono, non sarà difficile per noi fare un’analisi dei problemi, perché avremo già chiara davanti ai nostri occhi la strada da percorrere.

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Fondi Europei – Serve davvero un attestato per poter scrivere un progetto europeo?

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Molti si domandano se serva un attestato o una certificazione per approcciarsi alla scrittura di un progetto europeo. La risposta è no.

 

Un progetto Europeo non ha bisogno di attestati per essere scritto

 

In un mondo del lavoro come quello in cui ci troviamo, spesso risulta importante avere quante più certificazioni, diplomi, lauree possibili. Ma nella praticità del lavoro, questi riconoscimenti certificano davvero sempre tutte le competenze? E nel campo dell’europrogettazione? Serve un attestato in materia di fondi europei per poter scrivere un progetto europeo? La risposta è no.

Ovviamente tutte le certificazioni che si ricevono nella vita sono importanti. Stanno a rappresentare un lavoro svolto, una competenza acquisita, una capacità, uno
studio. Sono chiaramente importanti, e svalutarli non è quello che intendiamo fare, vogliamo però porre l’attenzione sul fatto che, se quegli attestati non sono accompagnati da un vero sapere, reale, concreto, che sappia trasformare quelle nozioni in qualcosa di diverso, che sappia renderle concrete, forse lasciano il tempo che trovano.

 

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“Rilasciate un attestato dopo il corso sui fondi europei?”

Alla fine di ogni corso che si frequenta, giustamente, viene richiesto un attestato, ed anche i nostri corsi sui fondi europei prevedono questo riconoscimento finale. È importante però sapere che è necessario accompagnare questo certificato sapere con un saper fare. Ed il sapere fare, saper scrivere un progetto europeo, è una competenza che può essere certificata solo dopo la reale scrittura (e auspicabile vittoria) di tale progetto.

Dunque se avete il desiderio di proporvi presentandovi in qualche ente che magari è alla ricerca di personale per quanto riguarda la progettazione europea, non mostrate solamente gli attestati, ma cercate di far comprendere quanto quegli attestati possano essere stati produttivi ed abbiano accresciuto la vostra formazione al punto tale da rendervi abili scrittori di progetti europei ed esperti in fondi europei. Questo però si può verificare solo sul campo, aprendo il nostro computer e cominciando a scrivere.

La Commissione Europea non richiede alcuna certificazione a coloro che aprono il formulario web e si approcciano alla scrittura di un progetto europeo, quindi non lasciatevi frenare dall’idea che sia necessario un attestato. Certo, averlo è un riconoscimento, ma il vero grande riconoscimento ci sarà nel momento in cui riceverete una mail che vi comunicherà che il vostro progetto europeo ha vinto.

Quello che noi consigliamo sempre dunque è di studiare, formarsi ed informarsi non per avere un nuovo diploma da appendere al muro, ma per acquisire le competenze e conoscenze per poter scrivere subito dopo un corso, un progetto europeo in autonomia.

 

 

Vuoi diventare esperto in fondi europei?

 

 

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Fondi Europei – Serve una laurea per scrivere un progetto europeo?

Se vi state chiedendo che cosa serve per entrare nel mondo dei fondi europei e dell’europrogettazione, la risposta non è certo una laurea.

Fondi Europei: è importante essere laureati?

Non servono diplomi, tutti quanti possono riscoprirsi europrogettisti. Certamente degli studi universitari e non solo, possono essere utili, soprattutto se fatti in determinati campi, poiché l’europrogettazione e la gestione dei fondi europei necessitano di varie competenze.

Avere ad esempio una mente progettuale come può essere quella di un ingegnere o un architetto può essere vantaggioso per scrivere dei progetti europei molti diretti, che non si perdano in fronzoli ed arrivino direttamente al raggiungimento dell’obiettivo.

Avere delle competenze e conoscenze nell’ambito dell’economia può essere importante nella fase di rendicontazione dei progetti e della scrittura e stima del budget da richiedere alla commissione europea.

Possedere una proprietà di linguaggio come può essere quella di chi è laureato in lettere può essere utile nella stesura di un progetto europeo così come può essere importante avere delle conoscenze in campo giuridico per gestire con più competenza determinate situazioni a livello internazionale.

Questi sono solamente alcuni esempi di lauree che si possono avere, ma che non sono indispensabili. Per questo motivo diciamo sempre che non serve nessuna laurea specifica, ma che tutte possono portare vantaggio in qualche modo, vista la vastità di competenze che deve avere un europrogettista.

Fondi europei – Che serve per scrivere un progetto europeo?

Come abbiamo detto, non sono necessarie lauree per scrivere un progetto e chiedere dei fondi europei, serve però molta costanza e voglia di mettersi in gioco, di tentare e di fare.

Può sembrare banale ma non lo è affatto: per imparare a fare qualcosa bisogna iniziare a farla, e lo stesso vale per la progettazione. Solamente facendola si può imparare davvero una propria tecnica, si possono scoprire i trucchi del mestiere e si può migliorare sempre di più.

Ricevere fondi europei non è però una passeggiata, scrivere un progetto europeo richiede tempo, dedizione e studio, ma non lo studio accademico che spesso si pensa, uno studio delle condizioni di partenza di una determinata situazione, uno studio del formulario da compilare, uno studio del panorama internazionale. Sono queste alcune delle principali cose che un europrogettista deve sapere e deve saper fare.

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