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Bando Intrapresa Sociale

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Il bando di cui parliamo oggi è il Bando Intrapresa Sociale della Fondazione Cattolica Assicurazioni che è stato creato al fine di trovare idee progettuali che rispondano in maniera nuova, efficacie e sostenibile alle esigenze sociali delle seguenti categorie: anziani, disabili, famiglie, nuove povertà.

Possono partecipare al bando enti privati senza scopo di lucro. Il finanziamento massimo previsto è di 40.000 euro, e potrà coprire fino al 50% del costo totale.

Il bando si suddivide in tre fasi.

La prima fase, quella della proposta progettuale, prevede che ci sia un colloquio telefonico sulla base del quale verranno fatte delle iniziali selezioni. Le proposte devono prendere avvio in Italia e devono potersi sostenere in maniera autonoma dopo la fase di avvio.

Le proposte verranno selezionate in base ai seguenti fattori:

  • impatto sul territorio
  • elementi innovativi e generativi nell’approccio al bisogno sociale
  • massimizzazione dell’efficacia rispetto al costo

Saranno ammessi alla seconda fase, quella dell’istruttoria completa del progetto, solo i progetti selezionati. A quel punto dovrà essere consegnata tutta la documentazione necessaria richiesta entro tre mesi e sarà l’ente erogatore a decidere in merito all’accoglimento del progetto.

Durante la terza fase, quella della realizzazione del progetto, verranno disciplinati i rapporti fra l’ente erogatore e l’ente vincitore. I progetti dovranno prendere avvio entro 6 mesi dalla comunicazione della vittoria del bando.

Tutta la documentazione da fornire se si accede alla seconda fase ed altre informazioni specifiche sono presenti sul bando, presente sul sito di Fondazione Cattolica Assicurazioni, che è necessario consultare se si desidera proporre delle proposte progettuali.

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Il glossario dell’europrogettista: Diagramma di Gantt

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Il nostro glossario oggi propone la definizione di diagramma di Gantt, uno strumento molto utile nell’organizzazione del progetto.

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Partenariato internazionale con SALTO

Fondi Europei: perché partecipare a un progetto europeo

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Prendere parte ad un progetto europeo come partecipante, è un’occasione importante per poter comprendere dal vivo come si struttura un progetto europeo, come prende forma nella sua fase pratica di implementazione delle attività. Ci sono molte opportunità, alcune delle quali è possibile trovarle anche all’interno della nostra community, e noi consigliamo sempre di mettersi alla prova.

Durante tutti questi anni di insegnamento e formazione infatti, abbiamo notato che spesso i nostri studenti non hanno mai preso parte attivamente ad un progetto. Crediamo che questo sia un tassello importante per poter consentire una visione differente dei progetti che si vogliono scrivere in futuro.

Essere un partecipante aiuta a comprendere le tempistiche delle varie attività che possono essere realizzate durante un meeting ad esempio. Aiuta a comprendere in maniera diretta le metodologie dell’educazione non formale, che è uno dei cardini della Commissione Europea. Abbiamo notato anche sulla nostra pelle, che alcuni studenti, dopo aver partecipato ad un progetto, sono tornati con le idee più chiare pronti a mettersi alla prova nella stesura di un proprio progetto.

E’ bello infatti poter raccontare per iscritto che cosa si desidera realizzare e in che modo si desidera farlo, ma farlo dopo aver preso parte ad un progetto già approvato sicuramente può dare una marcia in più. Senza contare inoltre il valore di crescita formativa ed umana che ogni progetto porta con sè.

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Il glossario dell’europrogettista: Attività di progetto

[vc_row][vc_column][vc_column_text]Le curiosità all’interno della nostra community proseguono, e noi proseguiamo con le definizioni del nostro glossario dell’europrogettista. Oggi parliamo delle attività di progetto. Esso possono essere di varia natura, la cosa importante è organizzarle, ed anche descriverle, in maniera dettagliata e puntuale.

 

[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][dfd_button button_text=”SCOPRI I NOSTRI CORSI ” buttom_link_src=”url:http%3A%2F%2Fwww.mattiaditommaso.it%2Fcorsi|||” style=”style_1″ box_shadow=”box_shadow_enable:disable|shadow_horizontal:0|shadow_vertical:15|shadow_blur:50|shadow_spread:0|box_shadow_color:rgba(0%2C0%2C0%2C0.35)” hover_box_shadow=”box_shadow_enable:disable|shadow_horizontal:0|shadow_vertical:15|shadow_blur:50|shadow_spread:0|box_shadow_color:rgba(0%2C0%2C0%2C0.35)”][/vc_column][/vc_row]

Fondi Europei: la comunicazione nell’europrogettazione

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Durante i nostri corsi notiamo spesso che viene fatta molta confusione fra quella che viene chiamata disseminazione e quella che è la comunicazione relativa al progetto.

La disseminazione dei risultati di un progetto infatti indica quell’insieme di strategie volte a diffondere i risultati ottenuti dal progetto ad enti, associazioni, individui, comunità per amplificarne quanto più possibile l’impatto, cosa fondamentale quanto si parla di progetti europei. La disseminazione è chiaramente un’azione che si compie verso la fine del progetto, poiché nella fase iniziale sarà difficile avere già dei risultati, ma è importante pianificarne le fasi sin dall’inizio del progetto.

La strategia di comunicazione invece, prende avvio sin da subito, già dall’approvazione del progetto europeo. E’ importante comunicare alla propria utenza  infatti che il nostro progetto è stato vinto, ed è importante realizzare un sito del progetto apposito, o una sezione nel sito della nostra associazione da dedicare solamente al progetto, in cui inserire tutti i contenuti che verranno prodotti per tutta la durata dello stesso, come ad esempio foto, video, testimonianze e quant’altro.

L’aggiornamento dovrà essere costante e dovrà far parte della nostra strategia anche la comunicazione con i partner, ovvero scambiando il materiale informativo prodotto, ma anche aggiornamenti inerenti al progetto. Importante sarà poi all’interno della nostra strategia di comunicazione l’utilizzo dei loghi, in quanto la Commissione Europea ha molto a cuore questo argomento.

Obiettivo della strategia di comunicazione è dunque far sapere a quante più persone possibili che quel progetto è stato vinto, finanziato dalla Commissione Europea e che si sta realizzando.

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Nuova opportunità: Bando Italian Council

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La Direzione Generale Creatività Contemporanea del MiBACT, Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, ha lanciato l’ottava edizione del bando “Italian Council”, al fine di supportare la creatività italiana contemporanea. Gli ambiti di intervento del bando sono due:

  • Incremento delle collezioni dei Musei pubblici italiani. Le proposte in questo caso possono riguardare due settori di azione: la produzione di una o più opere di un artista, e l’acquisizione, promozione e valorizzazione dell’opera di un artista, sia vivente che non più vivente, realizzata entro gli ultimi 50 anni.
  • Sviluppo di talenti e la promozione di artisti, curatori e critici. In questo caso le proposte possono riguardare più settori: mostre monografiche presso istituzioni internazionali,  partecipazioni a manifestazioni internazionali, progetti editoriali internazionali, residenze di ricerca all’estero.

 Per quanto riguarda l’incremento delle collezioni potranno presentare la propria domanda: musei, enti culturali pubblici e privati, istituti universitari, fondazioni, associazioni culturali, comitati formalmente costituiti, purché siano tutti senza scopo di lucro e che abbiano come scopo la promozione e la formazione nel settore dell’arte contemporanea. 

Per quanto riguarda lo sviluppo di talenti e la promozione internazionale di artisti, curatori e critici, se sono progetti che riguardano la partecipazione di un artista a manifestazioni internazionali possono presentare domanda i seguenti enti: musei, enti culturali pubblici e provati, istituti universitari, fondazioni, associazioni culturali, comitati formalmente costituiti, purché siano senza scopo di lucro, italiano e/o stranieri, e che abbiamo come propria finalità la promozione e la formazione nel settore dell’arte contemporanea. Nel caso in cui i progetti presentati riguardino mostre presso istituzioni straniere e nel caso in cui si parli di progetti editoriali, alla lista precedente di enti che possono proporre progetti si aggiunge la partecipazione di curatori e/o critici italiani e/o stranieri o anche esterni all’istituzione proponenti. Per quanto concerne invece quei progetti che riguardano la partecipazione di artisti, curatoti e critici a residenze di ricerca all’estero, all’iniziale lista degli enti che  possono presentare proposte progettuali si aggiungono : artisti, curatori e critici italiani che siano invitati da istituzioni straniere.

Le proposte progettuali dovranno essere presentate dopo essersi registrati online sul sito dedicato. La scadenza del bando è fissata alle ore 12.00 del 2 marzo 2020. Consigliamo sempre di leggere il bando in maniera integrale prima di cominciare a scrivere qualunque tipo di progetto.

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Il glossario dell’europrogettista: APPLICANT

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Oggi, per la nostra rubrica dedicata ai termini tipici dell’europrogettazione, andiamo a vedere con una breve definizione, chi è l’applicant di un progetto europeo.

[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][dfd_button button_text=”SCOPRI I NOSTRI CORSI ” buttom_link_src=”url:http%3A%2F%2Fwww.mattiaditommaso.it%2Fcorsi|||” style=”style_1″ box_shadow=”box_shadow_enable:disable|shadow_horizontal:0|shadow_vertical:15|shadow_blur:50|shadow_spread:0|box_shadow_color:rgba(0%2C0%2C0%2C0.35)” hover_box_shadow=”box_shadow_enable:disable|shadow_horizontal:0|shadow_vertical:15|shadow_blur:50|shadow_spread:0|box_shadow_color:rgba(0%2C0%2C0%2C0.35)”][/vc_column][/vc_row]

Youthpass: cos’è?

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All’interno della nostra grande community, spesso emergono richieste di approfondimento legate al mondo dei fondi europei e dell’europrogettazione. Oggi, a seguito di alcune richieste in merito, ci occuperemo dello Youthpass, uno strumento messo a disposizione dalla Commissione Europea per documentare i risultati di apprendimento del lavoro con i giovani e delle attività di solidarietà.

Lo Youthpass viene utilizzato all’interno del programma Erasmus Plus, per i progetti dei programmi Giovani in Azione e per il Corpo Europeo di Solidarietà. Riconosce l’apprendimento non formale, che la Commissione Europea ha molto a cuore e che considera fondamentale per la crescita e la formazione dei giovani e sul quale punta molto.

Dopo la partecipazione ai suddetti progetti, i ragazzi potranno ricevere questo riconoscimento, che mira inoltre a sostenere l’occupabilità dei giovani e degli animatori giovanili in quanto aiuta a descrivere le loro competenze e documenta la loro acquisizione di competenze chiave. Questo è molto importante e lo differenzia da tutti quegli attestati di partecipazione a corsi, o diplomi, che però non certificano una competenza vera e propria, ma certificano spesso una frequenza. Frequentare un corso ed essere in grado di fare ciò che a quel corso è stato spiegato sono due cose diverse. Lo Youthpass invece testimonia delle competenze specifiche che i ragazzi hanno acquisito in un determinato progetto proprio perché sono stati chiamati attivamente a svolgere delle attività, a prenderne parte.

 

La responsabilità di rilasciare i certificati Youthpass ai partecipanti dei progetti, nel caso in cui essi abbiano il desiderio di riceverli, è dell’ente o organizzazione capofila del progetto.

I partecipanti, grazie allo Youthpass, possono descrivere cosa hanno fatto durante il progetto ed imparano a trovare le parole appropriate per descrivere le loro competenze. Diventano inoltre più consapevoli delle competenze che hanno e dei differenti modi in cui è possibile imparare.

Per noi è sempre un momento emozionante quando alla fine dei progetti i ragazzi ricevono lo Youthpass riconoscendo tutte le competenze acquisite, perché dimostrano in concreto un miglioramento ed una crescita dovuti ai nostri progetti.[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][dfd_button button_text=”SCOPRI I NOSTRI CORSI” buttom_link_src=”url:http%3A%2F%2Fwww.mattiaditommaso.it%2Fcorsi|||” style=”style_1″ box_shadow=”box_shadow_enable:disable|shadow_horizontal:0|shadow_vertical:15|shadow_blur:50|shadow_spread:0|box_shadow_color:rgba(0%2C0%2C0%2C0.35)” hover_box_shadow=”box_shadow_enable:disable|shadow_horizontal:0|shadow_vertical:15|shadow_blur:50|shadow_spread:0|box_shadow_color:rgba(0%2C0%2C0%2C0.35)”][/vc_column][/vc_row]

Racconta un Progetto: Love Me Gender

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Il progetto che raccontiamo oggi prende il nome di “Love Me Gender” , un corso di formazione finanziato dalla Commissione Europea nel programma Erasmus Plus, ideato ed organizzato dall’associazione SOS Diritti e Legalità. Il progetto coinvolgeva 32 giovani provenienti, oltre che dall’Italia, da Grecia, Macedonia, Lituania, Polonia, Romania e Portogallo.

L’obiettivo di questo corso è stato quello di fornire informazioni, competenze e risorse in merito a questioni di genere e all’impatto che esse hanno all’interno della società, in particolar modo per quanto riguarda i giovani . Durante la settimana di corso i ragazzi che hanno partecipato si sono confrontati in merito alle tematiche di parità di trattamento, anche nel campo lavorativo. Si sono confrontati inoltre su come sia possibile tenere testa al fenomeno delle discriminazioni di genere.

Il corso si è svolto a Zagarolo dal 5 al 12 novembre 2015.  Nella giornata di venerdì 6 novembre 2015 si è svolta la conferenza di presentazione e di benvenuto con le autorità locali nella Sala delle Bandiere di Palazzo Rospigliosi a cui ha partecipato anche l’assessore alle pari opportunità della Regione Lazio, Concettina Ciminiello. Lunedì 9, invece,  i ragazzi partecipanti hanno visitato il Museo del Giocattolo, Palazzo Rospigliosi e il centro di Zagarolo e a seguire un incontro con le organizzazioni giovanili del territorio di Zagarolo per scambiare buone pratiche e confrontarsi su possibili convergenze per progetti futuri.

Cliccando qui potrete trovare un video relativo al progetto.[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][dfd_button button_text=”SCOPRI I NOSTRI CORSI” buttom_link_src=”url:http%3A%2F%2Fwww.mattiaditommaso.it%2Fcorsi%2F|||” style=”style_1″ box_shadow=”box_shadow_enable:disable|shadow_horizontal:0|shadow_vertical:15|shadow_blur:50|shadow_spread:0|box_shadow_color:rgba(0%2C0%2C0%2C0.35)” hover_box_shadow=”box_shadow_enable:disable|shadow_horizontal:0|shadow_vertical:15|shadow_blur:50|shadow_spread:0|box_shadow_color:rgba(0%2C0%2C0%2C0.35)”][/vc_column][/vc_row]

Nuova Opportunità: concorso “Welfare, che impresa”

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Oggi ci occupiamo di un concorso che può rivelarsi molto interessante per le no profit e non solo. Il concorso prende il nome di “Welfare, che impresa” ed è promosso da: Fondazione Italiana Accenture, Fondazione Bracco, Ubi Banca, Fondazione Snam, Fondazione CON IL SUD, Fondazione Peppino Vismara. Il concorso è inoltre realizzato con il contributo dei partner che seguono: AICCON – Associazione Italiana per la Promozione della Cultura della Cooperazione e del Non Profit, Fondazione Politecnico di Milano in collaborazione con Politecnico di Milano – TIRESIA, Impacton. Contribuiscono inoltre anche i seguenti incubatori: PoliHub, SocialFare, Centro per l’Innovazione Sociale, G-Factor, Hubble Acceleration Program, Campania NewSteel, Make a Cube3.

Questo concorso è giunto alla sua quarta edizione, e la scadenza per la presentazione delle proposte è fissata al 27 marzo 2020 alle ore 23.59.

I settori su cui punta il bando dal punto di vista dello sviluppo locale sono i seguenti:

  • agricoltura sociale
  • valorizzazione e cura del patrimonio culturale e del paesaggio
  • restituzione alla fruizione collettiva dei beni pubblici inutilizzati o dei beni confiscati alla criminalità organizzata per fini di interesse generale e per le comunità locali
  • soluzioni e servizi diretti a rispondere, in un’ottica di generatività sociale, ai bisogni di cura, socio-assistenziali, sanitari, culturali e formativi delle comunità, anche con il fine di includere soggetti vulnerabili
  • soluzioni e azioni per la salvaguardia e il miglioramento delle condizioni ambientali climatiche e/o volte a limitare l’apporto di materia ed energia e di minimizzare scarti e perdite nei processi di produzione e consumo.

Gli obiettivi generali che dovranno avere i progetti che verranno presentati per questo bando sono i seguenti: generare un impatto sociale, favorire l’occupazione, creare reti anche utilizzando la tecnologia, elaborare un piano di sostenibilità economica di cui deve già essere validata la sostenibilità.

Possono presentare la domanda enti che:

  • siano stati costituiti da non più di 5 anni
  • siano ancora da costituire, con l’obbligo di costituirsi entro 6 mesi dalla data di proclamazione dei vincitori

A titolo esemplificativo ma non esaustivo, gli enti che possono partecipare al concorso devono avere una delle seguenti forme giuridiche:

➢ fondazioni, associazioni, comitati (artt. 14-42 c.c.)
➢ organizzazioni di volontariato (Legge 266/1991)
➢ cooperative sociali (Legge 381/1991), o altre forme cooperative purché operanti in misura prevalente negli ambiti del Concorso (ad esempio, cooperative culturali)
➢ imprese sociali (D. Lgs. 112/17)
➢ organizzazioni non governative (Legge 49/1987)
➢ associazioni e società sportive dilettantistiche (Legge 289/2002)
➢ associazioni di promozione sociale (Legge 383/2000)
➢ altre organizzazioni che non abbiano finalità lucrative disciplinate da leggi speciali
➢ startup innovative a vocazione sociale (Legge 221/2012)
➢ società benefit (Legge 208/2015, art. 1 commi 376-384)
➢ reti associative (D. Lgs. 117/17, art. 41)
➢ altre forme giuridiche di cui al D. Lgs. 117/17 (Codice del Terzo Settore)

I premi che verranno assegnati ai vincitori sono i seguenti:

  • 40.000 euro a fondo perduto per il primo classificato
  • 20.000 euro a fondo perduto per il secondo, il terzo ed il quarto classificato

Ci si può candidare attraverso il sito del concorso stesso, ovvero welfarecheimpresa.ideatre60.it, su cui è possibile anche consultare il regolamento completo, che consigliamo sempre di leggere bene attentamente prima di cominciare a scrivere il progetto.

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