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Stiamo formando la nuova Generazione di Europrogettisti.

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Stiamo formando la nuova Generazione di Europrogettisti.
TU POTRESTI ESSERE IL PROSSIMO.
Abbiamo un’unica missione: pubblicare le idee e gli insegnamenti dei migliori esperti di fondi europei del mercato Italiano ed internazionale.
Lo facciamo contaminando una grande community di persone con entusiasmo, ideali e strategie appartenenti ad un mondo in continuo cambiamento.
Qui puoi trovare:

✍️ Risorse gratuite per l’Europrogettazione

http://www.mattiaditommaso.it/risorse-utili-per-leuroprogettazione/

News sugli ultimi bandi promossi dalla Commissione Europea
😎 Informazioni e dettagli sui nostri corsi di formazione
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L’Europrogettista è senza dubbio una figura professionale nuova e molto dinamica.

Si tratta di un professionista dotato di competenze trasversali, il quale si occupa di individuare il bando adatto cui presentare domanda, costruire l’idea progettuale in base anche alle caratteristiche di chi applica (ente pubblico, associazione, università etc. …), costruire una rete internazionale di partner di cui necessitano la maggior parte dei progetti europei.

L’Europrogettista si occupa della compilazione del formulario, e degli eventuali allegati, prendendo le mosse dall’idea progettuale che deve avere due caratteristiche principali: essere finanziabile (ossia mirata a rispondere alle materie di interesse che la Commissione Europea decide di volta in volta di finanziare), ed essere coerente con gli obiettivi prefissati dalla stessa.

Da anni ci occupiamo di garantire un’adeguata formazione agli aspiranti europrogettisti (clicca qui per saperne di più)

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Come anticipato, si tratta di una professione per l’esercizio della quale sono necessarie competenze trasversali.
Si va dalla capacità di analisi e lettura di un bando, a quella di studio e comprensione dei contenuti di un regolamento. Per passare poi alle c.d. skills personali, anch’esse fondamentali, come la creatività ed una ottima propensione alle relazioni interpersonali ed internazionali.

 

Questo è quello che l’Europrogettista fa di base.

Infatti, in diversi casi il ruolo dell’Europrogettista può spingersi oltre alla scrittura e presentazione della proposta progettuale. Infatti, ad esempio, laddove il progetto presentato venga approvato, l’Europrogettista può acquisire anche il ruolo di project coordinator, ovvero della persona incaricata della gestione della fase di realizzazione ed implementazione del progetto.

Prima di proseguire nella nostra analisi, risulta utile fare alcune precisazioni su cosa sia un progetto europeo, e più in generale un progetto.

 

Un progetto europeo, ma anche un progetto nazionale o regionale, può essere definito come un insieme di azioni che vengono delineate in modo coerente tra loro ai fini del raggiungimento di un obiettivo, in un arco di tempo determinato.

Questo obiettivo, per essere considerato valido e meritevole di finanziamento, deve essere sì ambizioso, ma deve anche avere la capacità di incidere positivamente sulla situazione attuale, modificare una condizione, generare un cambiamento, risolvere un problema.
Partiamo proprio da questo. È necessario, infatti, che i progetti europei vadano nella direzione di parlare e trattare di un caso concreto. È bene evitare dunque di scrivere progetti poco palpabili e, per quanto fondati su temi “importanti” e sensibili, assolutamente privi di concretezza e fattibilità.

europrogettazione

In quali settori l’Europrogettista può esercitare la sua professione?

L’Europrogettista può lavorare in diversi settori. Nonostante ciò è estremamente consigliato all’Europrogettista di specializzarsi in determinati ambiti, poiché, come anticipato, le tematiche su cui poter lavorare sono moltissime.

 

Da dove comincia la carriera dell’Europrogettista?

È possibile iniziare in diversi modi, ad esempio si può iniziare a scrivere progetti per la propria realtà associativa, nel caso in cui se ne abbia una, oppure cominciare a scrivere per associazioni della propria rete personale intenzionate ad ottenere finanziamenti per implementare le proprie attività.

 

L’Europrogettista può svolgere la propria professione anche presso realtà che hanno come obiettivo quello di presentare progetti per conto di terzi (è l’esempio delle società che erogano consulenza sui fondi europei).

Qual è la cosa che l’Europrogettista deve fare prima di iniziare a scrivere un progetto?

Ai fini della presentazione del progetto sarà necessario, come prima cosa, effettuare la registrazione sulla piattaforma della Commissione Europea. La Commissione, come anticipato, non finanzia progetti di singoli individui, ma quelli di enti, associazioni o gruppi informali. Per registrarsi sarà dunque necessario inserire i propri dati e quelli del soggetto applicante per entrare nel database della Commissione Europea.

IL METODO FORMATIVO DELLA NOSTRA MASTERCLASS DI EUROPROGETTAZIONE

Il più avanzato e completo corso di europrogettazione online per migliorare le proprie competenze e conoscenze, imparare le tecniche di scrittura e presentare il proprio progetto alla Commissione Europea.

STUDIA

Avrai accesso alla nostra piattaforma e-learning con oltre 196 video lezioni per una durata complessiva di oltre 96 ore.
Durante il percorso verranno caricate nuove ed aggiornate video-lezioni.
Per facilitare l’apprendimento e seguire un iter logico le video-lezioni saranno rilasciate gradualmente. Questo ti consentirà di avere il tempo e la giusta concentrazione per fissare i concetti ed elaborare i tuoi progressi.
Tutte le lezioni sono registrate. Potrai vederle in ogni momento anche più volte, e da qualunque dispositivo elettronico.

CONFRONTATI

Durante il tuo percorso abbiamo previsto dei momenti di confronto. La nostra intenzione è di farle dal vivo. Se questo non sarà possibile si svolgeranno in modalità online. Saranno sessioni pratiche promosse con lo scopo di chiarire alcuni concetti espressi durante il corso, superare criticità e trovare il giusto spirito per addentrarsi nella fase pratica di scrittura di un progetto.

LEGGI

Incluso nel percorso troverai l’e-book MANUALE PRATICO DI EUROPROGETTAZIONE che ti aiuterà nel tuo percorso formativo. Stiamo già lavorando alla seconda edizione. Appena sarà disponibile lo troverai nella tua area personale all’interno della piattaforma.

METTI IN PRATICA

L’esperienza di project work inclusa nel corso, dovrà necessariamente concludersi entro i 12 mesi di durata del corso che decorrono a partire dalla data di iscrizione (non prorogabili). Durante la fase di project work lo studente sarà seguito da un tutor personale.

PRESENTA IL PROGETTO

L’obiettivo è di riuscire a farti presentare almeno un progetto (la media dei nostri studenti è 3).
Ci sarà un tutor per seguirti in ogni passaggio fino ad arrivare a leggere la parola “SUBMIT”.
Sarà possibile presentare i progetti solo ed esclusivamente per enti indicati dal tutor. Non sarà quindi consentito includere la presentazione di progetti per altri enti.

PARTECIPA

Durante il tuo percorso ti coinvolgeremo durante le attività di implementazione di alcuni progetti europei che abbiamo vinto e che stiamo gestendo.
Sarà un’opportunità per capire “realmente” e sul “campo” come funziona un progetto europeo una volta approvato dalla Commissione Europea.

CERTIFICA

I risultati dei nostri studenti sono la nostra ossessione.
Dai nostri corsi sono usciti alcuni tra gli europrogettisti di maggior successo del panorama italiano.
Nei giorni in cui sarà possibile sostenere il test, all’interno del corso, sotto tutte le lezioni, ci sarà il link diretto alla pagina dedicata alla Certificazione Idea Europa.
Gli studenti possono sostenere il test due volte gratuitamente senza limiti di tempo dall’acquisto.
Chi ottiene la certificazione viene inserito in un database di Idea Europa. In questo modo potremo proporre gli studenti certificati ad aziende, startup e professionisti che collaborano con noi o ne fanno richiesta.
Gli studenti certificati saranno inoltre i primi ad essere presi in considerazione per eventuali collaborazioni dirette con Idea Europa.

CONDIVIDI

Le persone hanno successo perché vivono in un ecosistema di relazioni sano, stimolante e capace di “alzare l’asticella”.

All’interno della nostra community potrai interagire con imprenditori, professionisti, con i docenti stessi, e costruire il cerchio d’oro delle tue relazioni.

Una community riservata ai soli studenti del corso. Puoi fare qualsiasi domanda, trovando risposta e consigli. Una Community dove gli allievi possono scambiarsi i risultati, chiedere informazioni o consigli, condividere i propri esercizi e altro ancora.

AGGIORNATI

Grazie alla nostra biblioteca digitale si rimane sempre aggiornati. Documenti, guide, pubblicazioni ufficiali, regolamenti e report. Tutto materiale utile e sempre disponibile quando si scrive un progetto europeo.

SCOPRI I BANDI

Durante il tuo percorso, troverai nella tua area personale report profilati e dettagliati dei più interessanti programmi di finanziamento europei. Per ogni bando troverai la modulistica ufficiale e le informazioni per presentare il tuo progetto.

GUADAGNA

A seguito dell’avvenuta iscrizione al corso viene sottoscritta la convenzione per la presentazione del progetto redatto durante la fase di project work. In caso di approvazione del progetto redatto e presentato dallo studente (con l’ausilio del tutor) verrà corrisposta la somma pari alla quota di iscrizione al corso.
La convenzione è relativa a n. 1 progetto che viene presentato durante o a conclusione della fase di project work. In caso di redazione e presentazione di più progetti (sempre durante o a conclusione della fase di project work) per un totale di massimo n. 3, dovranno essere compilate le corrispondenti e specifiche convenzioni alle stesse condizioni.
Quindi a titolo esemplificativo, se Tizio che si era iscritto al corso con pagamento rateale, versando un totale di euro 1.500,00 (€ 125x12mesi) presenta 3 progetti avrà diritto (come previsto dalle convenzioni sottoscritte) a vedersi corrisposti, in caso di approvazione di un progetto, € 1.500,00; di due progetti € 3.000,00; di tutti e tre i progetti € 4.500,00.

Programma Didattico

Il futuro professionale

Quella dell’europrogettista è una figura professionale sempre più richiesta e con più prospettive occupazionali. Si può lavorare come freelance, per un ente pubblico o un’azienda privata o costituire una propria società di consulenza in autonomia: ciò rende questa professione particolarmente dinamica ed orientata alla creazione di reti e collaborazioni di ampio respiro. La struttura dell’intero percorso offre con qualità ed esperienza la possibilità di padroneggiare tecniche e metodologie di europrogettazione da applicare in maniera diretta. Sia per compiere i primi passi con basi solide, sia per affinare ed acquisire piena consapevolezza delle proprie competenze. Enti pubblici e privati sono costantemente in cerca di profili specializzati in materia di progettazione comunitaria da inserire nel proprio staff o ai quali rivolgersi per ricevere consulenza.

Ci rivolgiamo a coloro che intendono intraprendere un percorso formativo-professionale nell’ambito della progettazione Europea (diplomati e laureati) e coloro che svolgono attività lavorative connesse con l’Europrogettazione, interessati a perfezionare/specializzare le proprie conoscenze, competenze ed abilità.

Master Europrogettazione? Corso Europrogettazione? Corso Fondi Europei?

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Perseguiamo il grande sogno di cambiare le vite di molte persone, e crediamo molto nella contaminazione positiva di idee ed energie.

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Fondi europei diretti e indiretti

Europrogettazione: fondi diretti e fondi indiretti

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La prima distinzione che è necessario fare quando si parla di fondi europei è quella che c’è tra i fondi europei diretti e i fondi europei indiretti. I fondi europei diretti sono quelli che la Commissione Europea stessa eroga direttamente agli enti che richiedono il finanziamento. Non ci sono dei passaggi intermedi che coinvolgano nazioni o regioni: il denaro del finanziamento arriva direttamente sul conto dell’ente in questione.

I fondi europei indiretti, chiamati anche strutturali, invece  passano per terzi enti, come ad esempio sono i fondi europei regionali. Le regioni ricevono infatti dei fondi economici dalla Commissione Europea che stanziano e che poi possono erogare agli enti vincitori in un secondo momento, a seconda di successivi bandi di gara.

Spesso è più semplice poter accedere ai fondi europei diretti in quanto appunto non è necessario passare per terzi enti, ma si può autonomamente fare un richiesta proponendo un proprio progetto direttamente alla Commissione Europea, che poi dovrà valutarne la validità e la realizzabilità.

I fondi strutturali e di investimento europei sono cinque:

  • il fondo europeo di sviluppo regionale (FESR)
  • il fondo sociale europeo (FSE)
  • il fondo di coesione (FC)
  • il fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale (FEASR)
  • il fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca (FEAMP)
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Europrogettista: come programmare il lavoro?

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Una delle domande più frequenti che mi vengono rivolte durante i miei corsi o durante le mie consulenze, è “Quanto tempo ci vuole per scrivere un progetto?”. Questa è una domanda alla quale io non rispondo mai, o per meglio dire, rispondo sempre che non c’è un tempo stabilito, ci si possono impiegare due giorni come due mesi.

Chiaramente l’esperienza nel campo della progettazione europea è fondamentale, e chi si approccia alla scrittura di un progetto per la prima volta certamente avrà più difficoltà rispetto a chi lo fa da anni per mestiere. Ciò non vuol dire che sia difficile organizzare il lavoro e prevedere cosa c’è da fare per scrivere e presentare un progetto europeo al meglio.

Prima però, se non mi conosci, lascia che mi presenti brevemente.

Sono Mattia Di Tommaso, ho 35 anni, sono un europrogettista e sono il presidente di un’associazione di promozione sociale, IDEA EUROPA, che si occupa di assistenza e formazione per altre associazioni e di creare un network virtuoso fra esse. Idea Europa è infatti il primo ente che collega le no profit al mondo dei fondi europei.

Torniamo ora a noi.

Ci sono chiaramente dei passaggi fondamentali che l’europrogettista deve seguire per la presentazione di un progetto, ed un rispetto dei tempi che spesso non dipende esclusivamente da lui. Un semplice esempio consiste nella ricerca dei partner. La ricerca di un partner internazionale idoneo per il nostro progetto può richiedere anche più di una settimana, se nessuno degli enti che abbiamo contattato ci risponde subito o semplicemente se ci risponde che non è interessato a prendere parte del nostro progetto. Ci si possono impiegare però anche pochi minuti, se abbiamo una rete internazionale ben salda e conosciamo già le associazioni con cui desideriamo portare avanti la nostra progettualità.

Tutto è dunque relativo all’esperienza del singolo europrogettista ed alle sue capacità personali di scrittura, di elaborazione e di suddivisione del lavoro. I tempi dunque sono molto importanti.

Ci sono delle fasi che non possono in nessun modo secondo me essere saltate in fase di progettazione. Vediamo insieme quali sono.

  1. Analisi del contesto e dei problemi

La prima cosa da fare ancora prima di aprire il proprio pc e mettersi a scrivere, è quella di fare un’analisi dei problemi. Quando ancora ero uno studente inesperto di progettazione ed appassionato di associazionismo, questo era uno degli errori più comuni che commettevo. Ovvero il non chiedermi se un problema che io riscontravo, fosse un problema realmente percepito dalla comunità in cui mi trovavo oppure no. Analizzare il contesto di provenienza prima di scrivere un progetto europeo – ma anche qualunque altro tipo di progetto – è fondamentale poiché aiuta l’europrogettista ad avere chiara la situazione e, in fase di scrittura, a poter dimostrare quando l’esigenza che ha riscontrato si effettivamente percepita sul territorio. Puoi trovare un articolo più dettagliato qui.

2. Definire gli obiettivi del progetto

Dopo aver individuato il contesto di azione, è fondamentale dal punto di vista progettuale individuare degli obiettivi di progetto. Gli obiettivi, come spesso si dice, devono essere SMART. Se desideri saperne di più abbiamo realizzato un articolo più specifico rispetto a questo argomento che puoi trovare qui.

3. Trovare un partenariato internazionale 

Come ti dicevo la maggior parte dei progetti europei richiede la partecipazione di più enti internazionali che collaborino al fine di raggiungere un obiettivo comune. La ricerca del partner ideale può essere inizialmente molto complessa, ma, come anticipato, con il passare del tempo può rivelarsi un’attività producente da cui possono nascere virtuose collaborazioni e crescite. Abbiamo già parlato spesso della ricerca di un partner, e qui puoi trovare maggiori informazioni su come avviare la tua ricerca.

4. Fare l’analisi dei rischi

Ancor prima che il progetto prenda il via è necessario fare un’analisi dei rischi, rispetto a ciò che potrebbe non andare come previsto. Non è importante solo rispetto alla scrittura del progetto, ma anche e soprattutto rispetto alla programmazione del lavoro che il bravo progettista deve saper fare e deve personalmente organizzare. Anche in merito a questo, abbiamo pubblicato un articolo specifico che puoi trovare qui.

Per altre news e contenuti come questo, ti invito ad accedere alla community che ho creato su Facebook, in cui poterti confrontare e formare nel campo dell’europrogettazione.

Ti aspetto dentro.

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diventare europrogettista, mattia di tommaso

Diventare Europrogettista: “Tu che capisci di bandi…”

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Se stai leggendo questo articolo è perché certamente conosci già la tanto discussa figura dell’europrogettista. A volte sembra complicato spiegare di che cosa si tratti, ma scoprendolo poi non lo è affatto.

Lascia prima che mi presenti. Mi chiamo Mattia Di Tommaso, ho 35 anni e sono un europrogettista da più di dieci. Sono inoltre il presidente dell’associazione IDEA EUROPA, la prima in Italia che collega il mondo dei fondi europei con gli enti no profit.

Con la mia associazione mi occupo anche di svolgere corsi di formazione nel campo dell’europrogettazione, ed è proprio del mio concetto di formazione che oggi vorrei parlarti.

Lo dico spesso, ma credo sempre che sia importante ripeterlo.

Non si può insegnare qualcosa che non si sa fare.

Io non nasco come insegnante, non è mai stata la mia formazione. Possiamo dire che mi ci sono trovato un po’ per caso. Qualche anno fa infatti quando ho compreso il valore di saper scrivere un progetto europeo, e quando ho visto che moltissime persone, anche i miei più cari amici, mi chiedevano “ma tu che capisci di bandi, c’è qualcosa per me?” ho capito che era necessario informare e formare di più.

Questa domanda me l’hanno fatta tantissime volte, e tutt’oggi ricevo decine di mail al giorno di persone che mi chiedono se c’è possibilità di accedere a qualche fondo specifico.

Quello che dico sempre io è che non sono il juke-box dei bandi. Mi spiego meglio.

Le opportunità che offre la Commissione Europea sono davvero molteplici. Ci si possono passare giornate a fare uno scouting dei bandi preciso e dettagliato. Ogni call è diversa da un’altra, ogni bando ha delle regole proprie.

Per questo io reputo sempre che sia fondamentale fare una ricerca approfondita. Sembra che ci si possa perdere all’interno dei meandri del sito della Commissione Europea, e invece se si cerca bene, poi ci si ritrova sempre.

A me nessuno ha insegnato dove dovevo andare a cercare, l’ho imparato da solo.

E questo è stato proprio uno dei motivi per i quali ho iniziato a fare dei corsi di europrogettazione.

Per poter fornire una panoramica generale delle opportunità che ci sono, per far conoscere i principali programmi di finanziamento, per evidenziare la differenza che c’è tre fondi diretti e fondi indiretti (se leggi qui troverai qualche informazione utile).

Non solo per questo però, perché ci sono un mondo di cose nuove da imparare.

La fase davvero complessa, in cui tutti trovano sempre difficoltà, è quella successiva, quella della progettazione vera e propria, dell’analisi dei problemi, dell’individuazione degli obbiettivi e tante altre ancora (puoi trovare qui una guida a riguardo da scaricare).

È quando ho capito che non c’erano delle linee guida chiare, che nessuna delle persone che mi chiedeva informazioni sulla mia esperienza sapeva da dove partire, ho capito che era necessario fare della formazione di qualità.

Con qualità intendo il fatto che tutto ciò che viene insegnato provenga da metodologie testate. Tutto quello che insegno ai miei studenti, è quello che faccio io stesso nel mio lavoro e nella mia quotidianità di europrogettista.

Ho iniziato con i primi corsi in aula tanti anni fa, e più li facevo e più vedevo che i miei studenti ne uscivano entusiasti. Mi ringraziavano perché dicevano di non aver capito nulla fino a quel momento e che gli si era aperta davanti una nuova strada.

europrogettazione corso in aula mattia di tommaso

È per questo che ho deciso di specializzarmi anche nel settore della formazione. Perché mi sono reso conto che c’è bisogno di informazioni concrete, di metodologie provate, di case study che possano indirizzare gli studenti.

Ho iniziato a proporre dunque corsi sempre più mirati e precisi con la mia associazione Idea Europa, fino a giungere ad un importante momento: la nascita della mia Scuola di Europrogettazione, un luogo di apprendimento online.

Ho voluto creare un luogo virtuale in cui poter scambiare competenze e conoscenze. La prima cosa che ho fatto è stata creare una community gratuita su Facebook (se ancora non sei inscritto puoi procedere al seguente link) in cui condividere quotidianamente il mio lavoro e quello dei miei colleghi.

Ogni giorno condividiamo esperienze in merito a progetti già finanziati e realizzati, condividiamo consigli e raccontiamo nella pratica in che cosa consiste il nostro lavoro.

Parallelamente ho iniziato a creare i primi corsi online. Ed anche quella è stata una sfida per me.

Ero abituato a parlare davanti a tante persone del mio lavoro e delle mie strategie, ma farlo tramite video è un’altra cosa. Mi sono cimentato nei primi corsi ed anche in questo caso ho notato che i nostri studenti erano sempre entusiasti.

europrogettazione corso online mattia di tommaso

Chiaramente so che è un investimento quello di scegliere di formarsi, e per questo continuo a condividere anteprime gratuite e contenuti formativi anche all’interno della mia community.

Oggi mi trovo in un momento molto importante della mia vita professionale e non solo, perché da pochi giorni ho aperto le vendite del mio nuovo prodotto formativo, il più aggiornato di sempre.

Una masterclass ricca di contenuti, di esperienze, di case study, di vari docenti esperti.

È un corso che non consiglio a tutti, perché lo so che è un investimento, ma non parlo solamente in termini economici. L’investimento è soprattutto personale.

Sì, perché un percorso del genere ti spinge a metterti in gioco, a studiare tutti i giorni, a non perdere il filo, a restare aggiornato, a mettere in pratica ciò che hai appena ascoltato durante la lezione, a prendere carta e penna e prendere appunti, a rilegge, a fare proprie tutte quelle informazioni che prima sembravano un’altra lingua.

È un investimento professionale, perché quando abbiamo bisogno di far crescere la nostra realtà associativa (se ci occupiamo del mondo del no profit) o vogliamo fornire maggiori servizi ad un nostro cliente (se siamo dei professionisti) dobbiamo poi essere pronti a questo salto importante.

È una continua sfida. E lo so che non è semplice, ma se si desidera crescere, è necessario affrontarla.

Se sei interessato a scoprire di più, ti lascio il link al corso.

Altrimenti ti aspetto comunque all’interno della mia community.

Ti auguro che il mondo dell’europrogettazione possa dare anche a te tutto quello che ha dato a me: crescita umana e professionale da ogni punto di vista.

 

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europrogettazione i 5 errori più frequenti

Guida all’europrogettazione: I cinque errori più frequenti

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Se stai leggendo questa guida sicuramente ti interessa il mondo della progettazione europea e desideri apprendere sempre più competenze e conoscenze.

Bene, sei nel posto giusto.

Lascia prima che mi presenti. Mi chiamo Mattia Di Tommaso, ho 35 anni e sono un europrogettista. Sono inoltre il presidente dell’associazione di promozione sociale IDEA EUROPA, il primo ente in Italia che collega gli enti no profit con il mondo dei fondi europei.

Vorrei parlarti oggi dei principali errori che è facile compiere durante la scrittura di un progetto europeo.

Non è una lista ufficiale e neanche una guida che troverai da qualche altra parte su internet, perché tutto quello che stai per leggere si basa sulla mia esperienza diretta e su quella dei miei colleghi.

Negli ultimi dieci anni infatti abbiamo inviato centinaia di progetti, ed alcuni di essi sono stati spesso respinti, come è normale che sia, quando si è alle prime armi.

Oggi però non sono più alle prime armi e so perfettamente quali sono i passaggi da seguire per evitare quanto più possibile di ricevere una bocciatura.

Posso darti queste informazioni perché ogni volta che un progetto non viene approvato, la Commissione Europea invia il punteggio e le motivazioni relative ad esso, comprese delle indicazioni da correggere.

In questo modo è più semplice ripartire dal progetto già scritto e cercare di correggersi sempre.

La lista di errori che ti sto per presentare proviene dunque dalla mia direttissima esperienza. Ho raccolto, infatti, quelle che sono state le motivazioni più frequenti che io e i miei colleghi abbiamo ricevuto e ne ho fatto un elenco.

Ecco a te i cinque errori da evitare.

 

  • CONFONDERE L’OBIETTIVO CON LO STRUMENTO

Spesso durante i miei corsi, molti studenti mi dicono “Ho un’idea bellissima, voglio realizzare un festival”. Bene. Sono sempre molto contento quando vedo l’entusiasmo di chi desidera concretizzare le proprie idee e le proprie ambizioni, che magari coltiva da anni, ma non posso fare a meno di bloccare l’entusiasmo a farli riflettere su una cosa.

Qual è l’obiettivo del progetto? L’obiettivo non può essere organizzare un festival, quello è lo strumento mediante il quale si raggiunge l’obiettivo.

La bravura di un bravo europrogettista sta nell’individuare i giusti obiettivi, che siano pertinenti ovviamente al programma di riferimento, per poi inserire all’interno del progetto tutti gli strumenti che più desidera mettere in atto per raggiungerlo.

 

  • PROPORRE UNA ANALISI DEI PROBLEMI POCO CHIARA

Questo è un punto centrale per me, ne parlo spessissimo durante i miei corsi perché percepisco che c’è sempre molto interesse. L’analisi dei problemi è una fase molto importante, e per svolgerla io e i miei colleghi utilizziamo uno strumento molto importante: l’albero dei problemi.

Saper analizzare il proprio contesto di riferimento e comprendere se un problema sia davvero reale o sia solo una nostra percezione, è fondamentale. Spesso ci può sembrare che un determinato fenomeno assume alcune caratteristiche, quando invece nella concretezza dei fatti non lo è.

Bisogna dunque interrogare il nostro target di riferimento, i nostri stakeholders, per avere una panoramica che sia quanto più attinente alla realtà possibile.

  • NON EVIDENZIARE LA VOCAZIONE EUROPEA DEL PROGETTO

Questo è un altro zoccolo duro della progettazione europea.

Seppure infatti hai svolto un’analisi dei problemi impeccabile ed hai certo evidenziato un bisogno reale che è necessario colmare, potrebbe comunque non bastare.

Perché dico questo?

Perché il problema o il bisogno che evidenzi deve essere un problema comune e che anche altre realtà europee sentono e condividono.

Se chiedi finanziamenti alla Commissione Europea, il tuo progetto deve giustamente avere delle ambizioni europee. Deve poter puntare ad un miglioramento della comunità tutta, e non solo della tua singola realtà locale.

Dunque è importante individuare quegli enti che come te siano allineanti sulla tua stessa mission e sentano i tuoi stessi bisogni anche nel resto d’Europa (e qui si evidenzia anche l’importanza del partenariato su cui puoi trovare parecchie cose già scritte da me).

  • NON PROPORRE UN PROGETTO TROPPO AMBIZIOSO

Tutti abbiamo sempre meravigliose ambizioni. È ciò che mi ha spinto ad entrare nel mondo dell’associazionismo e successivamente in quello dei fondi europei.

La maggior parte dei progetti che ho presentato nella mia vita hanno tutti uno sfondo e uno scopo sociale e di inclusione per le classi più svantaggiate. Bene.

Sono sicuro che anche tu hai delle ambizioni che ti indirizzano in questo senso.

Ma l’importante è non lasciarci accecare dalle nostre ambizioni. Perderemmo il senso della realtà.

Tutti quanti – almeno mi auguro tutti quelli che stanno leggendo questa guida – desiderano la pace nel mondo ad esempio. È reale secondo te poter raggiungere la pace nel mondo con un progetto europeo? Mi dispiace deluderti ma la risposta è no.

Bisogna rimanere sempre sul concreto, non perdere di vista l’obiettivo e per questo circoscriverlo, renderlo realizzabile, raggiungibile. Un obiettivo che non sia raggiungibile, non è un obiettivo, è un’utopia.

Fai attenzione a questo, perché i primi tempi era proprio una delle cose che la Commissione Europea mi ha più contestato. Tante ambizioni e poca concretezza per poterle rendere realtà.

  • NON PROPORRE UN PROGETTO CHE SIA SOSTENIBILE OLTRE IL LUNGO PERIODO

Eccoci giunti al quinto errore più ricorrente di quelli che ho compiuto durante la mia carriera di europrogettista.

I progetti, come spero tu sappia, hanno una durata, con delle specifiche date di inizio e di fine.

Proporre un progetto che, il giorno dopo la data di fine, smette di produrre risultati e benefici non è conveniente.

Dobbiamo fare il modo che il nostro progetto si sviluppi anche dopo la durata del finanziamento.

Lo so che sembra difficile, ed è anche questa la parte bella della progettazione: elaborare strategie e tecniche per realizzare ciò che più abbiamo a cuore.

E con quest’ultimo finisce la mia hit parade degli errori.

Li ho compiuti tutti. Ed anche molti altri.

Eppure oggi sono qui ad insegnare teorie e tecniche di europrogettazione a centinaia di studenti che ottengono ottimi risultati e presentano progetti che spesso vengono approvati.

Ti dico questo per incoraggiarti. Per farti comprendere che solo tu, con il tuo studio, la tua ricerca, la tua passione, i tuoi sacrifici, puoi raggiungere i risultati a cui tanto ambisci.

Puoi davvero diventare un europrogettista di successo, e non serve una laurea, non servono master. Serve l’impegno e la costanza.

Certo farti aiutare da chi ne sa di più, può consentirti di avere una marcia in più. Di evitare gli errori magari riuscendo a vincere anche alla prima presentazione.

Ma non c’è niente che tu non possa fare da solo.

Io l’ho fatto e ci sono riuscito ed è proprio per questo che voglio far conoscere a tutti la mia esperienza. Perché mi ha cambiato la vita e perché non è vero, come purtroppo leggo spesso sui social, che i fondi europei sono inaccessibili.

I fondi europei sono accessibilissimi e ti consentono di entrare in un mondo nuovo che può solamente farti crescere umanamente e professionalmente.

Nel frattempo ti invito nella mia community gratuita, in cui condivido sempre contenuti gratuiti – come questa guida che stai leggendo. Clicca qui per accedere.

Ti lascio inoltre il link al mio più nuovo e completo prodotto di formazione appena uscito sul mercato. Perché può esserti utile capire quanta strada si può fare.

Che tu voglia seguire un corso o che tu voglia procedere da autodidatta, ti auguro buono studio. Perché quello è fondamentale.

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Fondi Europei: perché frequentare un corso di europrogettazione?

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Se stai leggendo questo articolo sicuramente conosci già le molteplici opportunità che il mondo dei fondi europei può offrire. Che tu sia in un’associazione o sia un professionista, diventare un europrogettista esperto può fornirti tutte le carte in regola per far crescere la tua realtà associativa o la tua professione.

Lascia prima che mi presenti. Sono Mattia Di Tommaso, ho 35 anni e sono un europrogettista. Sono inoltre il presidente dell’associazione IDEA EUROPA, il primo network che collega gli enti no profit al mondo dei fondi europei. Svolgo da anni corsi in aula di Europrogettazione ed ho fondato inoltre La Scuola di Europrogettazione, che si occupa di formazione online.

Gestisco e scrivo da anni moltissimi progetti europei, ed oramai conosco bene questo mondo, ma all’inizio anche per me sembrava qualcosa di complicato. Una volta però comprese le sue regole e le sue dinamiche, come in tutte le cose, è stato tutto più chiaro.

Ti dico questo perché so che con l’impegno e lo studio si possono raggiungere ottimi risultati.

Sento spesso all’inizio dei miei corsi studenti che non sanno da dove partire, che dicono di perdersi nei meandri del sito della Commissione Europea, che non trovano mai quello che stanno cercando, che non sanno districarsi fra le molteplici informazioni, che invece sono molto chiare ed esplicative.

Sono partito a 23 anni per andare a svolgere uno stage presso il Parlamento Europeo, e lì ho capito che avevo tanto da imparare, che c’erano cose da scoprire che non potevano restarmi nascoste. Volevo sapere, volevo conoscere.

Ho frequentato un corso anche io, ed appena terminato, la sera stessa, ho preso il mio computer e ho iniziato a cercare ciò che più faceva per me. È stato importante frequentarlo perché ho potuto avere i primi orientamenti, le prime indicazioni pratiche, ma tutto quello che è venuto dopo, è stato frutto del mio lavoro.

Io lo dico sempre a chi vuole frequentare uno dei miei corsi. Se non si ha la voglia e la costanza giusta per mettersi all’opera il giorno stesso che termina il corso, è meglio non frequentarlo.

Questo non vale solo per l’europrogettazione, ma per tutti i corsi. Se non aggiungiamo quella fondamentale parte creativa, quell’impegno costante, quella voglia di provare, ed anche di sbagliare, quella possibilità di correggersi sempre e riprovare, ogni corso sarà stato vano. Certo utile, ma non sufficiente per il raggiungimento dell’obiettivo.

Sembra facile a dirsi vero?

Un corso è importante perché può dare le basi, perché ci può dare una linea da seguire, perché ci può dare gli strumenti giusti da mettere poi in pratica per avviare un percorso, ma quel percorso siamo noi a doverlo indirizzare, siamo noi a dover scrivere il nostro progetto.

Siamo noi a dover fare l’analisi dei problemi, ad individuare gli obiettivi del nostro progetto, a fare un’analisi SWOT, a prevedere dei risultati, a pianificare una strategia di disseminazione dei risultati.

Se leggendo anche una sola di queste operazioni hai sbarrato gli occhi, certamente può esserti utile frequentare un corso per comprendere di che cosa si tratta, per avere gli strumenti giusti per partire con il piede giusto e per avere una linea di lavoro ben tracciata in mente.

Certamente può essere un punto di partenza notevole conoscere le metodologie di scrittura, i passaggi cruciali da seguire durante la progettazione, ma tutto ciò potrebbe risultare vano se non è unito al concreto tentativo di raggiungere il risultato, alla concreta voglia di provare a crescere, di migliorarsi.

Ti parlo per esperienza personale e ti dico che dopo i miei corsi ho visto tante persone che all’inizio sembravano piene di entusiasmo, non presentare nessun progetto. Ne ho viste invece tante altre, che dopo ogni corso, mi hanno contattato per dirmi di aver presentato un progetto loro.

Cosa le ha differenziate? Il fatto di essersi messe all’opera non appena terminato il corso.

Questa per me è una grande soddisfazione, ma lo deve essere anche per tutti coloro che hanno aperto il loro formulario ed hanno iniziato a scrivere.

Non dico dunque che sia fondamentale seguire un corso, perché si può iniziare anche da soli. Dico però certamente che è più semplice iniziare.

Io faccio tanti corsi online per la mia Scuola di Europrogettazione, e li rendo sempre il più completi possibile. Ho inserito tutta quanta la mia esperienza, le mie conoscenze sul campo, i miei errori. Ed è per questo che può essere importante frequentare un corso di europrogettazione, perché si potrebbero evitare sin da subito alcuni errori che sono stati già fatti, che io personalmente ho fatto, e che ho imparato sulla mia pelle a non ripetere più.

Vuoi che ti faccia un esempio?

Eccolo a te.

A volte mi è stata contestata – tornerò più avanti su questo importante punto – la poca valenza europea di un progetto. Che cosa significa questo? Significa che nel mio progetto non emergeva l’importanza della cooperazione internazionale, che non si comprendeva perché quel tipo di progetto avrebbe dovuto richiedere un finanziamento europeo se evidenziava un problema più locale che internazionale.

Una volta compresa la rilevanza di tutto ciò, ho prestato la giusta attenzione per tutti i progetti che sono susseguiti.

Torniamo un attimo indietro. Ti ho detto che un progetto europeo viene contestato. Sai perché? Perché la Commissione Europea, quando termina la correzione, invia le motivazioni. Questo è molto importante ed è una marcia in più per un europrogettista, perché con il progetto già scritto da una parte e le motivazioni della bocciatura dall’altra è possibile correggere e riscrivere un progetto che possa essere questa volta finanziato.

Frequentare un corso di europrogettazione però può essere importante anche per conoscere le tecniche di progettazione. Ognuno ha una modalità di lavoro diversa, ma sapere che ci sono dei metodi di procedere che sono stati validi per altri e che hanno portato poi al finanziamento di molti progetti europei è certamente importante per poter ripartire da lì.

Un’altra cosa che io consiglio sempre, e che non mi stancherò mai di dire, è quella che per imparare davvero bene a scrivere un progetto europeo è importante anche prendere parte attivamente come partecipante qui puoi trovare anche guida in merito a questo – per comprendere sul campo quello di cui poi si andrà a scrivere. Dunque consiglio di informarsi, di cercare realtà associative che già conoscono il mondo dei fondi europei e che mandano spesso i propri partecipanti all’estero per vari progetti.

Questo è stato un altro punto di partenza anche per me.

Questi sono i motivi secondo me fondamentali per cui seguire un corso di europrogettazione può essere importante. Non deve mancare mai però la voglia di formarsi, di crescere, di investire nel proprio futuro e nella propria professione, di interrogarsi e di aggiornarsi sempre.

Se ti manca tutto ciò ti sconsiglio vivamente di frequentare un corso di europrogettazione.

Se però vuoi comunque restare sempre aggiornato, ho creato una community gratuita su facebook all’interno della quale io e i docenti della Scuola di Europrogettazione condividiamo spesso contenuti formativi.

Se vuoi specializzarti, ti aspetto dentro.

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Il glossario dell’europrogettista: Matrice di Scoping

[vc_row][vc_column][vc_column_text]Il nostro glossario dell’europrogettista oggi ci propone: matrice di Scoping.

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Il glossario dell’europrogettista: Implementazione

[vc_row][vc_column][vc_column_text]Oggi il nostro glossario ci propone il termine implementazione.

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Il fondo di coesione europeo

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Torniamo a parlare di Fondi Strutturali ed in questo articolo prendiamo in considerazione il fondo di coesione. Il fondo di coesione assiste gli stati membri che abbiano un reddito nazionale lordo (RNL) pro capite più basso del 90% della media dell’Unione Europea. Dunque non è un fondo accessibile a tutti, ma destinato solamente ad alcuni stati, che sono: Bulgaria, Cipro, Croazia, Estonia, Grecia, Lettonia, Lituania, Malta, Polonia, Portogallo, Repubblica Ceca, Romania, Slovacchia, Slovenia ed Ungheria.

L’obiettivo di questo fondo è quello di ridurre le disparità sociali ed economiche e promuovere lo sviluppo sostenibile. Per il settennato 2014-2020 sono stati stanziati 63, 4 miliardi di euro e le attività alle quali sono stati destinati sono le seguenti:

  • reti transeuropee di trasporto
  • tutela dell’ambiente

Il fondo di coesione può anche essere interrotto – a seguito di una decisione del Consiglio adottata a maggioranza – nel caso in cui uno stato membro evidenzi un deficit pubblico eccessivo e non abbia risolto la situazione o non si sia attivato per risolverla.

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Il glossario dell’europrogettista: FOLLOW UP

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Abbiamo già parlato molto spesso, all’interno della nostra community, della fase di follow up di un progetto europeo. Potete trovare qui un articolo completo in merito a questo argomento. Il nostro glossario invece propone una definizione più semplice.

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